Attraverso la riattivazione di una proteina che, a livello fetale, riesce a riparare le ferite, un team dell’Università dell’Indiana ha osservato che si potrebbe ripristinare la capacità di riparare anche le ferite dei diabetici. Lo studio è stato pubblicato da Molecular Therapy.
“Sappiamo da precedenti studi che se un feto ha una ferita, può rigenerare il tessuto o ripararlo in modo che sia come nuovo”, ha spiegato Chandan, “Dopo la nascita questa capacità rigenerativa per guarire le ferite si perde e la guarigione, negli adulti, è relativamente inefficiente”.
Il team di ricerca si è focalizzato su una proteina chiamata nonselenocisteina, contenente fosfolipide-idroperossido glutatione perossidasi (NPGPx), attiva nel tessuto fetale, ma che diventa inattiva nella pelle dopo la nascita.
I ricercatori hanno usato una tecnologia di nanotransfection per introdurre l’enzima NPGPx nel sito interessato dalla ferita. Le ferite diabetiche sono danni complicati della pelle, particolarmente difficili da trattare e spesso portano ad amputazioni e altre complicanze, perché possono facilmente infettarsi.
I risultati dello studio mostrano che NPGPx può essere riattivata nella pelle dopo un danno; gli autori della hanno dichiarato che continueranno a studiare questo meccanismo per giungere a una capacità di riparazione più completa, migliorando la comprensione del funzionamento NPGPx.
Fonte: Molecular Therapy (2022)