
La ricerca dell’Università di Oxford
Nella ricerca si è visto che le persone depresse che erano state trattate con questa terapia avevano il 31% in meno di rischio di avere una ricaduta nei 4 mesi successivi. ”Questi risultati sono davvero rincuoranti – commenta Willem Kuyken, coordinatore dello studio – La Mbct non è una panacea, ma offre un nuovo approccio alle persone con una lunga storia di depressione, che consente di sviluppare degli strumenti per stare bene nel lungo periodo”. Ogni persona è diversa e richiede terapie differenti, continua, ”e la mindfulness è un’opzione insieme ai farmaci e altre forme di terapia”. Servono comunque altri studi per ottenere tassi di recupero vicini al 100% e aiutare a prevenire la comparsa della prima depressione. ”La terapia della mindfulness appartiene alla famiglia del Buddhismo e di altre tradizioni contemplative – aggiunge – ma il modo in cui viene usata è assolutamente laico”. Si tratta di una sorta di allenamento mentale, in cui si impara a visualizzare i pensieri e i sentimenti negativi, i primi segni di ricaduta della depressione e sviluppare le capacità per farvi fronte in un modo che rende più forti e resistenti.
