
La pelle Terminator
Fatta di un materiale molto sottile e traslucido, la nuova pelle elettronica può imitare funzione e proprietà di quella umana, grazie ai sensori incorporati che “le consentono di avvertire pressione, temperatura, umidità e flusso d’aria”, ha detto Xiao. Il segreto è nel materiale plastico a base di nanoparticelle d’argento, che rende la e-pelle elastica, le permette di auto-rigenerarsi e di essere completamente riciclata a temperatura ambiente.
“Dati i milioni di tonnellate di rifiuti elettronici generati nel mondo ogni anno – ha osservato Xiao – la riciclabilità della nostra pelle elettronica è interessante dal punto di vista economico e ambientale”. In modo simile a quanto accade nel film Terminator, dove la pelle del protagonista guarisce da sola pochi secondi dopo essere stata ferita, “la nuova pelle elettronica – ha spiegato Zhang – riesce ad auto-ripararsi applicando un mix di tre composti disponibili in commercio e a base di etanolo”.
Lo stesso composto chimico è la chiave per riciclare la pelle: immergendola in una soluzione a base di etanolo, il materiale plastico si dissolve completamente, mentre le nanoparticelle d’argento si depositano sul fondo e la soluzione può essere usata per fabbricare una nuova pelle elettronica. Un altro vantaggio è la sua elasticità che la rende capace di adattarsi al corpo umano e a quello dei robot.
Per adesso la nuova e-pelle è un prototipo, ma i ricercatori stanno lavorando per immetterla sul mercato e per questo intendono “ottimizzare tutte le sue proprietà, dall’elasticità, alla capacità di auto ripararsi”, ha rilevato Xiao. Una volta ottenuti i miglioramenti, ha aggiunto, si potrà pensare a una produzione su larga scala, destinata a molte applicazioni, “dalle protesi, ai tessuti intelligenti, alla robotica”.
In quest’ultimo caso, la nuova pelle elettronica, secondo il ricercatore, potrebbe aprire la strada a robot da compagnia più simili all’uomo: “immagino un robot che possa prendere in braccio dolcemente un bambino, come fanno i genitori, e che, in caso di febbre, sia in grado di sentire aumentare la temperatura del piccolo”
