
Secondo lo studio, gli anni di vita persi – cioè la differenza tra l’età di un individuo al momento della morte e la sua aspettativa di vita – a causa del Covid sono dalle 2 alle 9 volte maggiori di quelli persi in media con l’influenza stagionale, e circa il 30% in più di quelli persi per le malattie cardiache. Il gruppo guidato da Héctor Pifarré i Arolas e Mikko Myrskyla, ha calcolato che, del totale degli anni di vita persi, il 44,9% sembra essersi avuto nella fascia tra i 55 e 75 anni di età, il 30,2% sotto i 55 anni e il 25% negli over75. Nei Paesi in cui erano disponibili anche i dati delle morti per sesso, si è calcolato che gli anni di vita persi sono stati il 44% in più nel sesso maschile.
Tuttavia, concludono gli studiosi, i risultati per vanno calati nel contesto dell’attuale pandemia: offrono cioè un’istantanea del possibile impatto della Covid-19 sugli anni di vita persi a partire dal 6 gennaio 2021. I calcoli potrebbero essere sovra o sotto-stimati per via delle difficoltà a registrare in modo accurato le morti collegate al Sars-CoV-2.
