La situazione dell’epidemia di Covid-19 in Italia è confrontabile a quella che si registrava nel Regno Unito nel dicembre 2020, quando la curva di incidenza dei positivi mostrava una crescita esponenziale con un tempo di raddoppio pari a 5.2 giorni. È quanto emerge dalle analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
Il matematico rileva che in diverse regioni e province italiane si registra una crescita della curva epidemica di tipo esponenziale e, in proposito, sottolinea che “ad esempio, considerando il Regno Unito, dato un qualsiasi giorno nel periodo considerato, il valore della curva dopo 5 giorni aumenta del doppio di quanto è aumentato passando da cinque giorni prima al giorno corrente”.
Dall’analisi emerge una situazione eterogena, con andamenti diversi nelle regioni e soprattutto a livello delle province. “Una possibile spiegazione di questa differenza – osserva il matematico – risiede nella diversa percentuale con cui sono probabilmente presenti localmente le diverse varianti, che sembrano avere velocità di diffusione diversa. In particolare, sembra che la variante inglese abbia una diffusività maggiore di quella della variante prevalente nel 2020”.
L’ipotesi suddetta potrebbe essere validata da studi di tipo epidemiologico-genetico. Per questo motivo Sebastiani ritiene che “allo scopo di limitare la diffusione dell’epidemia, penso che sia opportuno, laddove ci sia una crescita di tipo esponenziale, mettere in atto subito misure restrittive analoghe a quelle adottate a livello provinciale in Umbria e che hanno portato, dopo circa due settimane, la curva media delle terapie intensive a livello regionale ad invertire la tendenza e ad avere l’attuale trend di diminuzione”.
“L’analisi delle curve del numero di posti occupati da pazienti Covid-19 nei reparti di terapia intensiva a livello regionale in Italia mostra che ci sono alcune regioni in crescita esponenziale con tempo di raddoppio medio pari a 5.8 giorni, mentre un numero più piccolo di regioni è in crescita lineare”, osserva Sebastiani.
L’analisi delle curve dell’incidenza di positivi al SarsCov2 a livello provinciale rivela inoltre che “ci sono province in crescita esponenziale, con alcune che, pur appartenendo alla stessa regione, hanno valori molto diversi del tempo di raddoppio”.
In febbraio, prosegue Sebastiani, si è registrato un aumento delle curve delle terapie intensive di alcune regioni: “la crescita è di tipo lineare in Molise e Toscana, mentre è di tipo esponenziale in Lombardia, Emilia Romagna, Molise e Campania.
Per le ultime quattro, gli incrementi della curva raddoppiano rispettivamente ogni 4.6, 5.2, 6.3 e 6.8 giorni. Con i dati di questa settimana – aggiunge – i valori stimati saranno più accurati.
A livello provinciale l’analisi è resa più complessa per il fatto che “purtroppo sono resi pubblici solo i dati relativi all’incidenza dei positivi al SarsCov2”, prosegue il matematico. L’analisi condotta sulla base dei dati disponibili, coinvolge alcune province delle due regioni con il tempo di raddoppio più piccolo, ossia Lombardia ed Emilia Romagna, “l’analisi di queste curve rivela che c’è una grande variazione del tempo di raddoppio. Infatti, gli incrementi della curva raddoppiano ogni 8.3 giorni per la provincia di Bergamo e ogni 4.9 giorni per quella di Milano”. Situazione analoga per la provincia di Bologna (8.1 giorni) e per quella di Reggio Emilia (5.4 giorni). Anche in questo caso, osserva Sebastiani, “con i dati di questa settimana i valori stimati saranno più accurati”.