COVID-19: nasce il primo database sui pazienti reumatologici

(Reuters Health) – In risposta alla pandemia di Covid-19, la comunità reumatologica internazionale si è mobilitata per creare la Covid-19 Global Rheumatology Alliance, con l’obiettivo di raccogliere dati su come il virus colpisce i pazienti con malattie reumatiche.

“Il nostro obiettivo principale è quello di fornire regolarmente dati ai medici tramite il nostro sito per aiutarli a prendere decisioni informate su questa popolazione di pazienti– dice Milena Gianfrancesco, della University of California di San Francisco – Nel tempo e con più dati, saremo in grado di esplorare ulteriormente i sottogruppi potenzialmente suscettibili di esiti più gravi in relazione alle loro caratteristiche cliniche, all’assunzione di farmaci e ai trattamenti Covid-19”.

Sul sito web dell’organizzazione (https://rheum-covid.org) gli operatori sanitari possono inserire informazioni sui pazienti con malattie reumatiche a cui è stato diagnosticato Covid-19.

In un commento su The Lancet Rheumatology, Gianfrancesco e colleghi hanno descritto le caratteristiche dei primi 110 casi di Covid-19 in pazienti con malattie reumatiche registrati nel sito. Il 72% sono donne. Le principali malattie reumatiche segnalate sono l’artrite reumatoide (36%), l’artrite psoriasica (17%), il lupus eritematoso sistemico (17%), la spondiloartrite assiale (6%), la vasculite (6%) e la sindrome di Sjoegren (5%).

La maggior parte dei pazienti reumatologici ha presentato sintomi Covid-19 comuni come febbre, tosse, respiro corto e mialgia; il 35% ha richiesto il ricovero ospedaliero e sei (5%) sono deceduti. Le condizioni più comuni di comorbidità sono state ipertensione (28%), malattie polmonari (20%) e malattie cardiovascolari (11%).

“I dati iniziali ci forniscono un’istantanea dei casi con malattia reumatica a cui è stata diagnosticata il Covid-19. Prima di questo progetto, non erano stati riportati dati su questa popolazione di pazienti, lasciando i medici privi di qualunque informazione per la pratica clinica”, commenta Gianfrancesco.

“Sebbene non si possa trarre ancora alcuna conclusione, abbiamo scoperto che alcuni pazienti nel nostro registro sono stati diagnosticati con Covid-19 nonostante l’assunzione di determinati farmaci per la loro malattia reumatica, come l’idrossiclorochina, dei quali in questo momento è studiata l’efficacia contro il Coronavirus”,  aggiunnge Milena Gianfrancesco.

“Il registro mira a esaminare le differenze nella gravità degli esiti per caratteristiche sociodemografiche e reumatiche, farmaci assunti prima della diagnosi di Covid-19 e farmaci somministrati per la diagnosi. Questi dati serviranno per strategie di trattamento e per caratterizzare meglio le persone che sono ad aumentato rischio di infezione”, conclude la ricercatrice.

Fonte: The Lancet Rheumatology

Megan Brooks

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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