
Dalle prime ore del mattino nella sala di controllo del Cern sono cominciate le operazioni che hanno letteralmente aperto le porte sulla nuova fisica. Prima i fasci di protoni sono stati iniettati nell’anello da 27 chilometri dell’Lhc; quindi sono stati accelerati, portati all’energia di 6,5 TeV ciascuno e allineati in modo da ottenere le collisioni. Grazie all’energia altissima alla quale avvengono, le collisioni (presto attese al ritmo di un miliardo al secondo) potrebbero dare origine a particelle mai viste finora, ognuna delle quali potrebbe aiutare a far luce sui ‘rompicapo’ della fisica (come la composizione della materia oscura) finora impossibili da spiegare. Ma potrebbero anche rivelare qualcosa di completamente imprevisto.
”Non bisogna aver fretta”, ha detto il direttore generale del Cern, Rolf Heuer, subito dopo le prime collisioni, osservate dai principali esperimenti dell’acceleratore. ”È un traguardo fantastico, ma non è detto che i risultati possano arrivare a breve, ci vuole pazienza”, ha aggiunto. ”La ricerca richiede pazienza” anche per il direttore designato del Cnr, Fabiola Gianotti e, come ha osservato il direttore scientifico del Cern, Sergio Bertolucci, ”comunque vada, è certo che aumenteremo le nostre conoscenze”.
