
Per l’Italia partecipano inoltre Enea, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv)e le Università Milano Bicocca, Bologna, Firenze, Siena. Le attività si svolgono nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), attuato dal Cnr per la programmazione e il coordinamento scientifico e dall’Enea per gli aspetti logistici.
I dati che si attendono da Beyond Epica sono “necessari a comprendere a fondo il sistema climatico”, ha osservato Barbante. Permetteranno inoltre di migliorare i modelli di previsione dei cambiamenti climatici futuri. A fare il primo passo in questa direzione era stato il progetto Epica, concluso nel 2008, che aveva recuperato e studiato una carota di ghiaccio di 800.000 anni fa.
La perforazione di Beyond Epica potrebbe fornire dati inediti sull’andamento di gas serra, come anidride carbonica e metano, nel periodo compreso tra 900.000 e 1.2 milioni di anni fa, la cosiddetta Transizione del Pleistocene Medio, quando gli intervalli tra le ere glaciali e periodi caldi erano passati da 41.000 a 100.000 anni. Finora gli unici dati su questa periodicità sono arrivati dai carotaggi marini, ma le carote di ghiaccio potrebbero per la prima volta aiutare a capire il perché dei cambiamenti.
Il sito della perforazione si chiama Little Dome C e si trova a 40 chilometri dalla base italo-francese Concordia. E’ fra i luoghi più aridi del mondo, dove la neve si accumula lentamente, creando bolle d’aria che imprigionano la composizione atmosferica. Nelle campagne antartiche 2019-20 e 2020-21 si prevede di allestire il campo, in modo da partire nel 2021-22 con la perforazione vera e propria; la conclusione è prevista nel febbraio 2024, quando si prevede di raggiungere la profondità di 2,7 chilometri.
