L’impiego prolungato di una duplice terapia antipiastrinica (DAPT) con aspirina e tienopiridina al di là di un anno potrebbe ridurre la trombosi dello stent ed il rischio di infarto ma incrementare quello di emorragie nei pazienti trattati con uno stent everolimus-eluente (EES) dopo un…
LeggiCanale Medicina: Sangue & coagulazione
Maratona di New York: 8 italiani emofilici tagliano il traguardo
Dopo 42 chilometri di corsa per le strade della Grande Mela, tra gli altri, hanno tagliato il traguardo anche Francesco Fiorini, Enrico Mazza, Luca Montagna, tre degli otto atleti emofilici che hanno partecipato alla 45esima edizione della Maratona di New York. Grazie ad un progetto della…
LeggiCuore, farmaci e non integratori per prevenzione secondaria
L’efficacia degli Omega-3 nella prevenzione secondaria delle malattie cardiovascolari oggi non è più in discussione, ma solo quella che si riferisce ai farmaci e non agli integratori. E’ questo uno dei messaggi scaturito dal congresso della Società Italiana di Farmacologia (SIF). “Non a caso – afferma, Roberto Volpe, lipidologo…
LeggiSangue & Coagulazione N° 2
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LeggiSepsi: efficacia e sicurezza dell’eparina
Le forme più gravi di sepsi e lo shock settico rappresentano la seconda più comune causa di mortalità nei pazienti critici, essendo responsabili del 10% circa dei ricoveri in terapia intensiva e dell’1,3% di tutti i ricoveri ospedalieri. Benché il tasso di mortalità associato…
LeggiTerapia compressiva per il trattamento della sindrome post-trombotica allo stadio I e II (Widmer)
Evidence summaries 19.2.2004 LIVELLO EVIDENZE = C La compressione giornaliera a pressione elevata intermittente potrebbe risultare più efficace di quella a bassa pressione nel trattamento dei sintomi della sindrome postflebitica. Una revisione del database Cochrane ha incluso due studi per un totale di 50…
LeggiStent coronarico, app per valutare rischio emorragico
Grazie a una semplice applicazione si potranno valutare i fattori di rischio di emorragia o di trombi nei pazienti con stent coronarico che si devono sottoporre a interventi chirurgici. È una delle novità emerse al 36/mo congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia Invasiva (Sici-Gise), in…
LeggiCirrosi e coagulopatie: procedure invasive ed emorragie
I test convenzionali sulla coagulazione, che valutano soltanto i fattori procoagulanti, non stimano correttamente il reale bilancio emostatico in vivo nella cirrosi epatica. E’ stato dunque effettuato uno studio prospettico multicentrico per valutare la sicurezza di varie procedure invasive in presenza di anomalie ai…
LeggiEffetti dello zenzero sull’aggregazione piastrinica
Il potenziale effetto dello zenzero sull’aggregazione piastrinica rappresenta un motivo di preoccupazione spesso citato sia all’interno della letteratura che a livello clinico ma, sinora, non è stata mai effettuata alcuna valutazione sistematica delle evidenze disponibili. Secondo quanto prescritto dalle linee guida PRISMA, sono stati sistematicamente…
LeggiBypass coronarico, protamina ed inversione dell’eparina
Attualmente viene impiegata una dose di protamina pari ad 1 mg ogni 100 unità di eparina somministrate per invertire l’attività residua dell’eparina a seguito di un bypass coronarico off-pump, ma è stato ipotizzato che un rapporto 1:1 potrebbe essere più elevato del necessario, inducendo…
LeggiResezione toracica: coagulazione a rischio
I pazienti con tumori maligni polmonari o esofagei possono presentare un’ipercoagulabilità che è associata all’incremento dell’attività piastrinica. Nel caso dei tumori polmonari, l’ipercoagulabilità può essere rilevata in sede preoperatoria e non si inverte dopo una resezione completa, mentre nel caso dei tumori esofagei l’ipercoagulabilità…
LeggiCateterizzazione succlavia: meno complicazioni
La cateterizzazione venosa centrale della vena succlavia è associata ad un minor rischio di infezioni ematogene e trombosi sintomatiche rispetto all’inserzione a livello della vena femorale o giugulare. Secondo Jean-Jacques Parienti dell’Ospedale Universitario di Caen, autore di uno studio su 3.471 pazienti, si tratta…
LeggiTromboembolia venosa: sulodexide riduce recidive
Secondo i risultati dello studio multicentrico SURVET, condotto su 615 pazienti, la somministrazione orale di sulodexide in soggetti con un primo episodio di tromboembolia venosa spontanea potrebbe aiutare ad escludere recidive future senza ingenerare gravi rischi per la sicurezza. Secondo Giuseppe Andreozzi dell’Ospedale Universitario…
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