I pazienti trattati con il PCSK9-inibitore noto come evolocumab potrebbero andare incontro ad una maggiore riduzione negli eventi cardiovascolari se presentano un maggior livello basale di lipoproteina A (Lp(a)). Questo dato deriva dall’analisi dei risultati dello studio FOURIER, secondo cui l’evolocumab è associato ad…
LeggiCanale Medicina: Colesterolo & coronaropatie
Infarto: testare entrambi i tipi di troponina insieme aiuta nella diagnosi di esclusione
Effettuare test ad alta sensibilità per entrambi i tipi di troponina cardiaca (hs-Tn1 ed hs-TnT) da un singolo prelievo di sangue potrebbe consentire di escludere in modo precoce e sicuro la diagnosi di infarto miocardico acuto più efficacemente rispetto ai test singoli convenzionali, ma…
LeggiGestione lipidica subottimale nonostante terapia ad alta intensità
Meno del 40% dei pazienti che ricevono terapia ipolipemizzante ad alta intensità dopo un ricovero per una patologia cardiovascolare raggiungono il target per i livelli di colesterolo LDL. Questo dato deriva da un’ampia indagine europea che ha rivelato anche elevati livelli di variabilità fra…
LeggiSTEMI: rischio mortalità precoce maggiore nelle giovani donne
Le donne al di sotto dei 60 anni vanno incontro ad un rischio di mortalità entro 30 giorni da un ricovero per STEMI che è pari al doppio rispetto a quello degli uomini della stessa età. Non sussistono variabili che possano giustificare queste differenze…
LeggiTerapia statinica post-infartuale: ancora differenze fra i sessi
Un recente studio condotto su più di 88.000 soggetti ha dimostrato che le statine ad alta intensità prescritte dalle attuali linee guida continuano ad essere sottoimpiegate nelle donne a seguito di un infarto miocardico, a prescindere dai sottogruppi considerati, come evidenziato dall’autore Sanne Peters…
LeggiCoronaropatie: abbreviare DAPT umenta rischio infarto
La riduzione della duplice terapia antipiastrinica (DAPT) a 6 mesi nei pazienti con coronaropatie acute sottoposti a PCI con stent farmacoeluenti è associata ad un incremento del rischio di infarto. Lo dimostra lo studio SMART-DATE, condotto su 2712 pazienti da Hyeon-Cheol Gwon della Sungkyunkwan…
LeggiCoronaropatie acute: risparmiare sugli antipiastrinici abbatte i costi, non gli esiti
La rimozione della quota a carico del paziente sui farmaci antipiastrinici somministrati dopo una coronaropatia acuta determina una modifica del profilo prescrittivo da parte del medico nella direzione dell’uso di agenti più potenti, e porta ad un aumento del numero di pazienti che completano…
LeggiCoronaropatie: meglio i test funzionali per la diagnosi
I test funzionali sono più efficaci di quelli anatomici per il rilevamento delle coronaropatie nei pazienti a basso rischio. Secondo George Siontis dell’ospedale universitario di Berna, autore della meta-analisi di 30 studi randomizzati, le evidenze attualmente disponibili indicano che queste due strategie diagnostiche non…
LeggiDiabete; necessaria gestione attenta rischio cardiovascolare
L’ADA Standards of Medical Care and Diabetes 2018 offre una gamma di raccomandazioni per le patologie cardiovascolari e la gestione del rischio nei soggetti diabetici adulti al di fuori della gravidanza. Secondo Erico Johnson dell’università del North Dakota, membro della commissione per le raccomandazioni,…
LeggiInfarto: incremento spesa medica per PCI migliora gli esiti
L’incremento dell’impiego della PCI precoce migliora la sopravvivenza a 6 mesi e limita gli incrementi complessivi dei costi nei pazienti con infarto acuto. Secondo Donald Likosky dell’Università del Michigan, autore di un’indagine sulle spese sanitarie per 479.893 soggetti, ciò indica che gli interventi sui…
LeggiCoronaropatie acute: rischi e benefici variabili per NOAC+DAPI
La possibilità che la riduzione del rischio ischemico derivante dall’aggiunta di un nuovo anticoagulante orale (NOAC) al trattamento antipiastrinico (DAPT) nei pazienti con coronaropatie acute giustifichi l’incremento del rischio di emorragie maggiori, potrebbe dipendere dal tipo di coronaropatia in atto. Secondo la meta-analisi di…
LeggiIschemia da stress mentale: donne più vulnerabili
Uomini e donne presentano reazioni cardiovascolari diverse all’ischemia miocardica indotta dallo stress mentale (MSIMI), come emerge dallo studio MIPS, il quale suggerisce che le donne presentano una maggiore vasocostrizione periferica durante lo stress, mentre gli uomini manifestano una maggiore risposta emodinamica. Secondo Viola Vaccarino…
LeggiCoronaropatie acute: “carico statinico” non riduce eventi a 30 giorni
Il rischio di eventi clinici a 30 giorni nei pazienti con coronaropatie acute non è influenzato dalla somministrazione di due dosi da carico da 80 mg di atorvastatina, somministrate una prima ed una dopo il trattamento invasivo previsto, anche se questa strategia ha portato…
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