Cardiologia di genere: il long-Covid nelle donne. Intervista a Daniela Pavan

Le donne presentano un rischio di tre volte maggiore, rispetto agli uomini, di incorrere nel long Covid. I sintomi più frequentemente descritti sono astenia persistente, dolore toracico, disosmia e disgeusia, palpitazioni, dolori muscolari e sintomi di pertinenza neurologica, gastrointestinale e reumatologica. In una rassegna pubblicata dal Giornale Italiano di Cardiologia, i clinici hanno analizzato nel dettaglio le peculiarità cliniche e fisiopatologiche correlate al sesso del long COVID. Questa ricerca si iscrive nei lavori sulla cardiologia di genere, di cui parliamo con la  Dr.ssa Daniela Pavan, Direttrice della Struttura Complessa di Cardiologia dell’Ospedale Civile di Pordenone. Pavan è una delle autrici dell’articolo ed è stata, fino all’inizio del 2024, Chairperson dell’Area Cardiologia di Genere dell’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri). “Oggi parliamo molto di cardiologia di genere, così come di medicina di genere. Il rischio, quando un tema arriva all’interesse generale, è sempre quello di incorrere in generalizzazioni retoriche”, puntualizza Pavan. “Il nostro obiettivo è di arrivare a una medicina personalizzata e di precisione, che quindi prenda anche in considerazione il genere del paziente”.

Quando e come nasce la cardiologia di genere?

La cardiologia di genere è nata negli anni 50 negli Stati Uniti. Dopo una lunga storia di esperienze isolate, preliminari, è nata nel 2004, a cura dell’American Heart Association, l’importante iniziativa Go Red for Women , con il duplice scopo di sensibilizzare la popolazione generale, ma anche la comunità scientifica, sulle problematiche di salute e di malattia pertinenti il genere; tale iniziativa si è estesa a livello globale, interessando più di 50 nazioni. Iniziative simili sono state messe in campo anche dalla Società Europea di cardiologia. Esiste quindi attualmente una linea di lavoro importante che si occupa di medicina di genere, con iniziative di tipo assistenziale e di informazione.

Qual è la situazione italiana?

In Italia alcune società scientifiche si sono attivate o si stanno attivando. In particolare l’ANMCO ( Associazione Mazio ale Cardiologia Meidci Ospedlaieri ) ha un’area dedicata alla cardiologia di genere, che si impegna nella ricerca, con pubblicazioni scientifiche come quella sul long Covid, e in campagne di comunicazione a livello nazionale, volte a informare le donne sui fattori di rischio cardiovascolari.
Di recente sono emerse anche diverse iniziative locali. Nascono spesso dall’impegno del singolo medico, gruppo di lavoro od ospedale, ma non trovano un coordinamento a livello nazionale. D’altra parte questo è uno dei grandi temi della Sanità in Italia: la frammentazione del Sistema Sanitario e delle iniziative.

Facciamo alcuni esempi di cardiologia di genere: quali patologie si manifestano in modo diverso nelle donne?

Un esempio classico è il caso della cardiopatia ischemica (l’infarto). A questo proposito sappiamo che le donne accedono con ritardo alle cure: una donna con sospetto infarto si presenta mediamente più tardi al pronto soccorso (o comunque da un medico), rispetto all’uomo. Tale ritardo si ripercuote sugli esiti dell’infarto che è una patologia tempo dipendente. Quando poi una donna si presenta all’attenzione del medico per sospetta malattia coronarica, molto spesso, probabilmente a causa di meccanismi di tipo culturale, il medico sottostima la probabilità di malattia coronarica e questo può portare a un ulteriore ritardo della diagnosi. Siamo abituati a pensare che le donne soffrano meno di malattia cardiaca, quando in realtà le patologie cardiovascolari sono la principale causa di morte per le donne che vivono nei Paesi occidentali. Le pazienti stesse sono vittime di questa percezione e quindi attribuiscono spesso i sintomi ad altre cause. Consideriamo anche che, in generale per quanto riguarda la gestione delle principali malattie cardiache, gran parte dei dati si fonda su studi (molto consistenti in termini numerici e di qualità elevata) condotti su popolazioni prevalentemente maschili: il 60-80% degli studi reclutano maschi e non femmine.

L’obiettivo, diceva, è la personalizzazione della medicina.

Esatto: in generale in tutta la medicina, e in particolare, per quanto ci riguarda, nella cardiologia, dovremmo tendere verso la personalizzazione delle terapie. Dovremmo quindi considerare il genere del/della paziente, ma non solo. Ogni persona è diversa dall’altra, ognuno ha un proprio profilo di rischio e una particolare espressione dei sintomi. Naturalmente per cominciare dobbiamo lavorare per categorie, che sono sempre una semplificazione ma anche un indispensabile strumento di lavoro.

Tornando al long Covid: quali sono le manifestazioni della patologia nelle donne?

Prima di tutto i sintomi del long Covid nella donna sono più eterogenei, meno specifici: molto spesso consistono in fatica, astenia, confusione mentale, dispnea. Questo è interessante perché, proprio come avviene per la cardiopatia ischemica, i sintomi nella donna sono meno circoscritti, più generici. La donna spesso usa un numero maggiore di vocaboli. Inoltre questi sintomi (nella donna), meno espressi e meno analizzati, tendono a cronicizzare più facilmente e turbano la qualità della vita, quindi bisogna aiutare le pazienti a riconoscerli precocemente e a elaborarli. Abbiamo anche osservato una sorta di barriera: la donna fa più fatica a superare gli esiti del Covid-19 rispetto all’uomo e molto spesso, proprio come accade per altre malattie cardiovascolari, i fattori sociali giocano un ruolo importante. Le donne con un reddito inferiore, meno scolarizzate, con una rete sociale meno solida, non indipendenti economicamente, risentono maggiormente del long Covid. In generale esiste una correlazione strettissima tra mortalità e questi elementi. Quindi, tenendo presente anche queste variabili di natura socio-economica, dobbiamo lavorare sull’informazione e sulla sensibilizzazione di medici e pazienti. La consapevolezza è il primo passo fondamentale.

Brigido S, Manes MT, Ingianni N, Lanni F, Cutolo A, La Rovere MT, Pavan D, . Cardiologia di genere: il punto su peculiarità cliniche e fisiopatologiche nelle donne nel long COVID. G Ital Cardiol 2024;25(1):6-13. doi 10.1714/4165.41585

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