Cancro della tiroide, rischio aumenta con l’esposizione ai PFAS

Secondo uno studio pubblicato da eBioMedicine, esiste una correlazione tra esposizione a sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) e un aumento del rischio di cancro della tiroide. La ricerca è stata condotta da un team del Mount Sinai di New York (USA).
I PFAS sono inquinanti che persistono a lungo nell’ambiente e possono migrare nel suolo, nell’acqua e nell’aria. Queste sostanze sono utilizzate in prodotti di largo consumo fin dagli anni Quaranta, come pentole antiaderenti, indumenti idrorepellenti e tessuti antimacchia.

Lo studio
I ricercatori americani hanno studiato l’associazione tra i livelli plasmatici di PFAS e la diagnosi di cancro della tiroide tramite BioMe, una biobanca del Mount Sinai. In particolare, il team ha preso in considerazione 88 pazienti con cancro della tiroide – con campioni di plasma raccolti prima o al momento della diagnosi di tumore – e 88 controlli, non affetti da cancro, che corrispondevano per sesso, etnia, età, indice di massa corporea, status di fumatore e anno di raccolta del campione ematico. I ricercatori hanno misurato i livelli di otto PFAS nei campioni di sangue tramite una tecnica metabolomica non mirata e li hanno confrontati tra i pazienti con tumore della tiroide e i soggetti di controllo.

Le evidenze
Dai risultati è emerso che l’esposizione ad acido perfluoroottanosolfonico (n-PFOS) portava ad un aumento del rischio di diagnosi di cancro della tiroide del 56%. Inoltre, andando a verificare l’intervallo di tempo tra l’arruolamento in BioMe e la diagnosi di cancro della tiroide, emergeva anche un’associazione positiva tra l’esposizione a n-PFOS e il rischio di cancro della tiroide.

“Con il sostanziale aumento del cancro della tiroide in tutto il mondo negli ultimi decenni, abbiamo voluto approfondire l’eventuale contributo dei PFAS e abbiamo scoperto che, almeno parzialmente, questi inquinanti possono spiegare l’incremento dei casi di cancro della tiroide. È un argomento che andrebbe approfondito”, conclude Maaike van Gerwen, primo autore dello studio.

Fonte: eBioMedicine 2023

Post correlati

Lascia un commento



SICS Srl | Partita IVA: 07639150965

Sede legale: Via Giacomo Peroni, 400 - 00131 Roma
Sede operativa: Via della Stelletta, 23 - 00186 Roma

Popular Science Italia © 2024