Sono oltre sette milioni le persone che muoiono in tutto il mondo ogni anno a causa delle malattie polmonari. Ciò determina un carico economico e sociale di notevole entità in molti Paesi accompagnato da un carico elevato sui sistemi sanitari.
La disponibilità di biomarcatori che possano con semplicità offrire risultati diagnostici di rilievo costituirebbe sicuramente un notevole aiuto nella pratica clinica permettendo di curare i malati con tempestività e quindi con maggiori possibilità di successo.
In questo senso, l’analisi dell’aria espirata rappresenta un metodo con elevate potenzialità di utilizzo per scoprire la presenza di diverse patologie in modo veloce e non invasivo.
Una revisione della letteratura condotta da un gruppo di esperti ha preso in esame le aldeidi alifatiche a catena lineare, composti chimici che già da tempo sono stati riscontrati nell’aria espirata di malati colpiti da numerose affezioni polmonari tra le quali infezioni, infiammazioni e neoplasie maligne. I ricercatori hanno passato in rassegna diversi studi che hanno affrontato questo tema e che hanno già rilevato la possibile correlazione tra l’aumento della concentrazione di aldeidi nel respiro e la presenza di malattie polmonari.
I metodi analitici impiegati per la ricerca delle aldeidi sono diversi e tra questi vi sono la spettrometria di mobilità ionica, la spettrometria e i sensori elettrochimici.
Gli autori hanno analizzato e valutato diversi aspetti legati all’impiego di queste sostanze nella diagnostica con particolare focus sull’origine delle aldeidi alifatiche a catena lineare presenti nell’aria esalata e sulle attuali tecniche impiegate per il rilevamento di queste sostanze.
Molecole. 2022 agosto 17 doi: 10.3390/molecules27165258