Le minoranze etniche e le donne al di sotto dei 40 ed al di sopra degli 80 anni spesso non ricevono la terapia endocrina adiuvante (AET), il che pone a rischio la loro sopravvivenza. Secondo Huo Dezheng dell’università di Chicago, autore di uno studio su quasi un milione di pazienti, l’impiego della terapia endocrina è aumentato costantemente nel tempo, ma negli USA esso non è mai giunto a livelli ottimali, e ad alcune pazienti questo trattamento è stato negato.
Se negli Usa tutte le donne estrogeno-positive avessero ricevuto un trattamento coerente con le attuali linee guida, negli ultimi 10 anni sarebbero state salvate altre 15.000 vite. Andrebbero dunque intraprese ulteriori iniziative per migliorare l’impiego della AET nelle donne che dovrebbero riceverla. L’assistenza oncologica coordinata potrebbe migliorare l’aderenza alle linee guida, e potrebbe risultare importante anche un’educazione e comunicazione efficace su rischi e benefici di questa strategia.
Secondo gli esperti, per quanto sia sempre necessario rispettare l’autonomia della paziente ed il suo diritto al rifiuto del trattamento, la responsabilità dell’oncologo è quella di garantire che ogni donna con tumori mammario ER-positivi riceva l’opportunità di prendere l’AET in considerazione a prescindere da età, etnia o posizione geografica.
L’aderenza alle linee guida in materia, comunque, ha maggiori probabilità di essere rispettata se la paziente viene trattata da un team multidisciplinare, il che porterebbe anche ad un miglioramento della sopravvivenza. (JAMA Oncol online 2017, pubblicato il 2/2)



