Secondo l’American Academy of Pediatrics (AAP), i pediatri dovrebbero prescrivere fluoro non appena i denti del bambino iniziano ad emergere. Ciò emerge da recenti linee guida che promanano raccomandazioni specifiche per i bambini in ciascuno stadio dello sviluppo. Benchè l’AAP abbia appoggiato le linee guida sull’impiego del fluoro del Centers for Disease Control and Prevention del 2001, esse sono state incorporate nelle loro stesse pubblicazioni soltanto di recente.
Secondo Melinda Clark e Rebecca Slayton, autrici delle raccomandazioni, il fluoro comporta sia rischi che benefici per i bambini ed i pediatri devono esserne a conoscenza per promuovere la salute orale dei propri pazienti. Benchè ampiamente prevenibile, la carie dentale rimane la più comune malattia cronica dell’infanzia negli USA. Molto tempo fa la ricerca ha stabilito l’efficacia del fluoro nell’arrestare la progressione della malattia, ma esso comporta dei rischi, fra cui fluorosi, ipomineralizzazione subsuperficiale e porosità fra le bacchette di smalto in via di sviluppo. La fluorosi è stata in aumento negli ultimi 20 anni, in quanto le fonti di fluoro sono divenute più comuni ed interessa oggi il 41% degli adolescenti statunitensi. Nei casi pù lievi, la fluorosi prende l’aspetto di striature ed aree di opacità clinicamente insignificanti, ma nei casi moderati-gravi, che negli USA sono rari, può causare cavitazioni, fragilità degli incisivi e debolezza anatomica dei molari permanenti.
In ogni caso, il rischio di fluorosi tende a scomparire dopo gli 8 anni. Il fluoro può anche essere tossico se consumato in quantità molto grandi. Secondo gli autori, la dose tossica di fluoro elementale è pari a 5-10 mg/kg di peso corporeo e, per questo, raccomandano di non superare la sua somministrazione a 4 volte al mese con stretta supervisione per i bambini più piccoli. (Pediatrics online 2014, pubblicato il 25/8)