In pazienti con malattia cerebrovascolare cronica, un’alterazione più marcata della barriera ematoencefalica (BBB) risulta associata a una maggiore progressione delle lesioni della sostanza bianca (white matter hyperintensities, WMH). È quanto emerge da uno studio pubblicato su Annals of Neurology, che ha utilizzato la risonanza magnetica con contrasto a suscettibilità dinamica (DSC-MRI) per valutare la permeabilità della BBB e il suo valore prognostico sull’evoluzione delle WMH in un arco temporale di un anno.
Lo studio ha incluso 50 pazienti con pregressi eventi ischemici cerebrali e almeno una confluenza precoce di WMH. Tutti sono stati sottoposti a risonanza magnetica a distanza di almeno tre mesi dall’ictus e nuovamente dopo un anno. Le immagini sono state analizzate per calcolare il volume delle WMH come percentuale del volume cerebrale totale, misurando il cambiamento tra i due timepoint come indicatore di progressione.
La compromissione della BBB è stata quantificata sulla risonanza basale, sia all’interno delle WMH sia nella sostanza bianca adiacente, definita come “penombra”, ottenuta dilatando le maschere WMH di 3 mm. I risultati hanno mostrato un’associazione significativa tra maggiore permeabilità della BBB e progressione delle WMH, sia nelle lesioni stesse (β = 0,95; IC 0,39–1,51; p = 0,001) sia nella penombra (β = 0,81; IC 0,10–1,53; p = 0,027). In particolare, la compromissione nella penombra si è rivelata il miglior predittore di progressione, con un odds ratio di 2 per ogni incremento dello 0,1% della permeabilità (IC 1,01–3,96; p = 0,046).
Con un’età mediana dei pazienti di 69 anni e un follow-up annuale, lo studio fornisce nuove evidenze sul ruolo della BBB come potenziale marker predittivo di danno cerebrale progressivo nella malattia cerebrovascolare. I risultati suggeriscono che la valutazione della permeabilità vascolare cerebrale tramite imaging avanzato potrebbe avere un valore clinico nella stratificazione del rischio e nella gestione personalizzata di questi pazienti.
Ann Neurol. 2025 Oct 21. doi: 10.1002/ana.78072.