Caratteristiche microvascolari retiniche associate alla malattia dei piccoli vasi cerebrali

Una nuova analisi pubblicata su Neurology suggerisce che le caratteristiche geometriche dei vasi retinici potrebbero fungere da indicatori indiretti del danno cerebrovascolare silente. In particolare, i parametri microvascolari retinici misurati su immagini del fondo oculare si associano a marcatori di malattia dei piccoli vasi cerebrali (cSVD) rilevati con risonanza magnetica, indicando un possibile legame strutturale e funzionale tra microvascolarizzazione retinica e cerebrale.

Lo studio ha incluso 670 partecipanti dell’età mediana di 70,7 anni (65,7% donne) appartenenti alla coorte francese 3C-Dijon. Tutti erano stati sottoposti in precedenza a risonanza magnetica cerebrale (1,5 Tesla), con valutazione della gravità della cSVD attraverso il volume delle iperintensità della sostanza bianca (WMHV), la presenza di lacune e un fenotipo composito estremo di cSVD. Dopo dieci anni, i partecipanti sono stati valutati tramite immagini del fondo oculare per misurare parametri microvascolari retinici, come il “fractal dimension” arteriolare (FDa), il calibro arteriolare e la tortuosità venulare (TORTv), utilizzando il software Singapore “I” Vessel Assessment.

L’analisi multivariata, corretta per fattori confondenti tra cui età, sesso e comorbidità cardiovascolari, ha mostrato che un FDa più basso è significativamente associato con un rischio maggiore di cSVD estrema (odds ratio 1,68; IC 95%: 1,20–2,34; p < 0,0042). Inoltre, un FDa ridotto e un calibro arteriolare minore risultano correlati con un maggiore WMHV, mentre una maggiore TORTv si associa alla presenza di lacune. Un FDa più basso è stato anche collegato a una performance peggiore nelle funzioni esecutive.

Per corroborare i risultati osservazionali, gli autori hanno condotto una revisione sistematica della letteratura (12 studi, N = 7.796), che ha confermato la direzione degli effetti per FDa, TORTv e calibro arteriolare nella maggior parte degli studi, sebbene il significato statistico fosse raggiunto solo in alcuni. Infine, un’analisi di randomizzazione mendeliana su larga scala ha suggerito un’associazione potenzialmente causale tra maggiore tortuosità venulare e cSVD più severa, senza evidenza di causalità inversa.

Questi risultati indicano che le immagini retiniche potrebbero fornire un approccio non invasivo e accessibile per identificare soggetti a rischio di cSVD, con implicazioni sia cliniche che di ricerca. In prospettiva, lo studio apre la strada all’impiego della valutazione retinica come biomarcatore periferico per il monitoraggio della salute cerebrovascolare in età avanzata.

Neurology November 11, 2025 issue 105 (9) e214251 https://doi.org/10.1212/WNL.0000000000214251

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