Circa la metà dei pazienti critici e oncologici ricoverati in ospedale non riceve un adeguato apporto nutrizionale con conseguenze dirette sulla propria prognosi. Sia la Società Europea di Nutrizione Enterale e Parenterale (ESPEN) che la Società Americana di Nutrizione Parenterale ed Enterale (ASPEN) raccomandano per questa categoria di pazienti un apporto più alto di proteine, mantenendo però una quantità ridotta di calorie. Proprio in occasione del 41esimo Congresso ESPEN, che si è svolto a Cracovia dal 31 agosto al 3 settembre, si è svolto il simposio Baxter “POWER PLAY: Measuring Energy and Prioritizing Protein in Critically III Patients” che ha visto la partecipazione di esperti internazionali sulla nutrizione clinica. Claude Pichard, professore di nutrizione alla Geneva University Hospital di Ginevra, Pierre Singer, professore alla Sackler School of Medicine della Tel Aviv University e Elisabeth De Waele del Dipartimento di medicina intensiva e nutrizione alla University Hospital-Brussels di Bruxelles hanno fatto il punto sull’importanza di trattare i pazienti critici combinando un’alta formulazione proteica con un basso contenuto di glucosio.
“Circa il 40% dei pazienti ricoverati in ospedale è spesso malnutrito oppure a rischio di un peggioramento del proprio stato nutrizionale a causa delle condizioni cliniche. In alcune categorie di pazienti, come quelli che presentano un tumore gastrico, pancreatico o esofageo, questo rischio di malnutrizione può salire al 60%”, sottolinea Pilar Garcia-Lorda, Direttore Medico Nutrizione Clinica, Baxter Europa. “La presenza di malnutrizione può avere un impatto significativo direttamente sullo stato clinico del paziente e, indirettamente, sul sistema sanitario, dato che nei pazienti malnutriti si osserva un tasso più elevato di infezioni, una riduzione della qualità di vita, ed un’aumentata morbidità e mortalità, come pure un aumento dei tempi di degenza e della spesa sanitaria”, prosegue.
A volte, questi pazienti hanno anche necessità di una restrizione della quantità totale di fluidi che possono ricevere. Inoltre, la condizione clinica critica è associata ad una rapida perdita delle proteine circolanti e a perdita muscolare. Studi hanno dimostrato che una nutrizione ottimale, che comprenda un moderato apporto energetico e un’elevata fornitura di proteine, si associa ad una ridotta mortalità e ad una migliorata funzionalità renale. “Sebbene le necessità nutrizionali dei pazienti possono cambiare durante tutto il decorso della malattia e del ricovero, è importante mantenere un bilanciamento dei nutrienti nella terapia nutrizionale. Dato che raggiungere un adeguato apporto nutrizionale attraverso la via orale o enterale non è sempre possibile, in questi casi l’accesso intravenoso è richiesto per mantenere e migliorare o stato nutrizionale”, conclude Garcia-Lorda.