“Cambiare la storia della sclerosi multipla passando da una strategia di contenimento ad un’azione diretta di soppressione”, grazie a cladribina. A fare il punto sull’evoluzione del trattamento contro la sclerosi multipla è Giancarlo Comi del Centro di Sclerosi Multipla dell’Ospedale San Raffaele di Milano.
“Cladribina presenta alcune peculiarità sia per quanto riguarda il meccanismo d’azione perché ha un’azione molto potente e duratura con un impatto molto forte sui linfociti B e sia per quanto riguarda la sicurezza in quanto non presenta un profilo preoccupante”, prosegue l’esperto.
“Tutto ciò si associa con la potenzialità di utilizzazione di questo tipo di trattamento con una strategia di natura inducente; è un farmaco che può essere usato anche nelle fasi molto precoci della malattia proprio per indurre una distruzione delle cellule linfocitarie che sono patogeneticamente rilevanti”, precisa.
In ultimo, “un altro aspetto molto importante è la praticabilità perché è un farmaco che può essere assunto a casa e per un periodo molto breve, per pochi giorni nel corso di un anno, e questo è un elemento che garantisce quindi una aderenza alla terapia di livello altissimo”, conclude Comi.