Scompenso con frazione di eiezione conservata e ipertensione: revisione sullo stato dell’arte della terapia

Una revisione della letteratura pubblicata sull’American Journal of Cardiovascular Drugs presenta una carrellata delle attuali terapie per lo scompenso cardiaco con frazione di eiezione preservata con concomitante ipertensione, e conclude che l’identificazione di nuovi bersagli e meccanismi fisiopatologici della malattia aprirà la strada ad approcci innovativi per lo sviluppo di nuovi farmaci.

“In questa revisione della letteratura abbiamo analizzato le attuali terapie farmacologiche per i pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata (HFpEF) con concomitante ipertensione nelle fasi acute e croniche. Inoltre, abbiamo esplorato gli ultimi sviluppi e le prove emergenti sull’efficacia, la sicurezza e gli esiti clinici dei trattamenti farmacologici comuni e nuovi nella gestione dell’HFpEF con concomitante ipertensione” afferma Hiroaki Hiraiwa, della Nagoya University Graduate School of Medicine, Nagoya, Giappone, che ha diretto il gruppo di lavoro.

I ricercatori hanno visto che durante la fase acuta dell’HFpEF i diuretici per via endovenosa, gli antagonisti dei recettori dei mineralcorticoidi (MRA) e i vasodilatatori sono fondamentali, mentre nella fase cronica, gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina e i bloccanti dei recettori dell’angiotensina si sono dimostrati efficaci nel migliorare i risultati clinici. Tuttavia, gli esperti indicano che l’uso dei calcio-antagonisti nell’HFpEF con ipertensione dovrebbe essere affrontato con cautela, a causa dei potenziali effetti inotropi negativi. Gli autori hanno anche esplorato le terapie farmacologiche emergenti per l’HFpEF, come gli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2), gli inibitori del recettore dell’angiotensina e della neprilisina (ARNI), gli stimolatori della guanilato ciclasi solubile (sGC), nuovi MRA e l’ivabradina, e hanno notato che gli inibitori SGLT2 si sono mostrati particolarmente promettenti nel ridurre i ricoveri per insufficienza cardiaca e la mortalità cardiovascolare nei pazienti con HFpEF, indipendentemente dallo stato diabetico. Inoltre, gli stimolatori ARNI e sGC hanno mostrato un potenziale nel migliorare i sintomi, la capacità funzionale e la qualità della vita. “Saranno comunque necessarie ulteriori ricerche per individuare strategie di trattamento ottimali per l’HFpEF con concomitante ipertensione. Inoltre, saranno essenziali studi a lungo termine per valutare la durabilità e i benefici sostenuti delle terapie farmacologiche emergenti” concludono i ricercatori.

Am J Cardiovasc Drugs. 2024 Apr 4. doi: 10.1007/s40256-024-00641-9. Online ahead of print.

 

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