Una salute orale scadente rende più difficile la gestione della pressione per i soggetti ipertesi. Negli individui ipertesi infatti la presenta di parodontopatie risulta associata sia ad una pressione più elevata che ad una minore probabilità che la malattia risulti ben controllata con i farmaci.
Secondo Davide Petropaoli dell’università degli studi dell’Aquila, autore di uno studio su più di 3.000 pazienti, la letteratura recente suggerisce che una salute orale scadente è associata a diverse patologie altamente prevalenti, come malattie cardiovascolari, diabete, ictus e obesità, e che ciò è correlato ad un incremento della mortalità, ma non era sinora noto che le parodontopatie influenzassero l’efficacia dei farmaci antipertensivi.
Lo studio non era un esperimento controllato atto a dimostrare se o come le parodontopatie o l’infiammazione che esse creano influenzino direttamente la pressione, ma se questi risultati verranno confermati in studi dedicati ciò suggerirebbe che la salute orale potrebbe migliorare il trattamento dell’ipertensione, che attualmente è considerata il più importante fattore di rischio di patologie cardiovascolari.
I pazienti con ipertensione sotto trattamento potrebbero trarre beneficio da un programma apposito per la riduzione dell’infiammazione orale derivante dalle parodontopatie facendo capo ad un odontoiatra. I ricercatori suggeriscono anche che la terapia parodontale, unitamente agli interventi sullo stile di vita, potrebbe aiutare a ridurre la pressione e persino la necessità di fare uso di farmaci antipertensivi. (Hypertension online 2018, https://www.ahajournals.org/doi/suppl/10.1161/HYPERTENSIONAHA.118.11528)