L’aggiunta di atorvastatina calcica alla terapia con amlodipina migliora significativamente i risultati clinici e riduce i livelli dei marcatori infiammatori sierici nei pazienti anziani con ipertensione. Questo è quanto si legge in uno studio pubblicato sull’American Journal of Translational Research e diretto da Fei Huang, del Chongming Branch of Shanghai Tenth People’s Hospital, Shanghai, Cina.
“Abbiamo voluto valutare gli effetti dell’atorvastatina calcica sulle manifestazioni cliniche e sui marcatori infiammatori sierici nei pazienti anziani con ipertensione” affermano gli autori.
I ricercatori hanno studiato retrospettivamente 68 pazienti anziani con ipertensione ricoverati presso la filiale di Chongming dello Shanghai Tenth People’s Hospital tra marzo 2022 e giugno 2023. I pazienti sono stati abbinati in due gruppi, ciascuno composto da 34 partecipanti, un gruppo di controllo che riceveva amlodipina besilato e un gruppo sperimentale che riceveva ulteriore atorvastatina calcica. Lo studio ha confrontato la pressione sanguigna, i profili lipidici e i marcatori infiammatori sierici prima e dopo il trattamento tra i gruppi. I biomarcatori misurati includevano il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α), la proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hs-CRP) e l’interleuchina-6 (IL-6). Gli indici della funzione degli organi bersaglio misurati erano la microalbumina urinaria (mAlb), la clearance della creatinina endogena (Ccr) e vari indici strutturali cardiaci, tra cui la frazione di eiezione del ventricolo sinistro (LVEF), diametro telediastolico del ventricolo sinistro (LVEDD) e spessore della parete posteriore del ventricolo sinistro (LVPW). Sono state registrate anche le reazioni avverse post-trattamento.
Le valutazioni post-trattamento hanno indicato significative riduzioni sia della pressione sanguigna diastolica che sistolica (DBP e SBP), nonché miglioramenti nei profili lipidici (colesterolo totale, trigliceridi, colesterolo lipoproteico a bassa densità e colesterolo lipoproteico ad alta densità) in entrambi i gruppi. Il gruppo sperimentale ha mostrato maggiori miglioramenti nella pressione sanguigna diastolica e sistolica media nelle 24 ore dopo 4, 8 e 12 settimane di trattamento rispetto al gruppo di controllo. Inoltre, i marcatori infiammatori sierici, tra cui TNF-α, hs-CRP e IL-6, erano significativamente più bassi nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo. Il gruppo sperimentale ha anche mostrato miglioramenti superiori nei livelli di mAlb e Ccr. Gli indicatori della funzione cardiaca sono migliorati, e il gruppo sperimentale ha mostrato maggiori aumenti di LVEF e riduzioni più pronunciate di LVEDD e LVPW rispetto al gruppo di controllo. L’incidenza di reazioni avverse è stata leggermente inferiore nel gruppo sperimentale (11,76%) rispetto a quella del gruppo di controllo (14,71%), sebbene questa differenza non fosse statisticamente significativa. “Questa terapia di combinazione è considerata sicura e può essere raccomandata per un’applicazione clinica più ampia” concludono gli autori.
Am J Transl Res. 2024 Oct 15;16(10):6008-6017.doi: 10.62347/OKXS1649. eCollection 2024.


