L’ipertensione è un evento avverso frequente e precoce nei pazienti in trattamento con lenvatinib, un medicinale utile nel trattamento del cancro della tiroide, ma è possibile gestirla al meglio ed evitare di interrompere il farmaco, secondo uno studio pubblicato sull’European Thyroid Journal. “L’ipertensione è l’evento avverso più frequente durante il trattamento con lenvatinib, ma i dati sulla gestione di questo problema sono limitati. Per questo abbiamo voluto valutare l’incidenza, le caratteristiche e la possibile gestione migliore dell’ipertensione correlata a lenvatinib in una coorte singola di 29 pazienti consecutivi arruolati presso centri di assistenza terziaria” afferma Carla Colombo, dell’Istituto Auxologico Italiano Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, Milano, autrice principale dello studio.
Dopo un follow-up medio di 6,8 mesi, l’ipertensione è stata registrata nel 76% dei casi, come evento de novo nella metà di essi. L’ipertensione era significativamente correlata con la dose di lenvatinib, ed era di grado 1, 2 e 3 rispettivamente nel 5%, 50% e 45% dei pazienti. La maggioranza (77%) dei pazienti con ipertensione ha sviluppato proteinuria, ma gli esperti non hanno riscontrato alcuna correlazione tra ipertensione e proteinuria o caratteristiche cliniche o migliore risposta morfologica o qualsiasi altro evento avverso, ad eccezione della diarrea. I pazienti con o senza ipertensione preesistente o qualsiasi altra malattia cardiovascolare avevano un’incidenza simile di ipertensione durante il trattamento con lenvatinib. Dopo la valutazione di un cardiologo dedicato, il trattamento medico è stato utilizzato in 21 pazienti, in politerapia per 20 di essi. I farmaci usati più di frequente sono stati i bloccanti dei canali del calcio (CCB) a causa del loro effetto sulla vasodilatazione. In caso di scarso controllo, i CCB sono stati associati a uno o più farmaci antiipertensivi.
“Noi proponiamo un algoritmo diagnostico-terapeutico da applicare nella pratica clinica per consentire un controllo efficiente dell’ipertensione e migliorare la compliance del paziente, riducendo l’interruzione della terapia con lenvatinib” concludono gli autori.
Eur Thyroid J. 2023 Apr 1;ETJ-23-0047. doi: 10.1530/ETJ-23-0047. Online ahead of print.


