Ipertensione tardiva connessa a riduzione rischio demenza

Lo sviluppo dell’ipertensione in età tardiva potrebbe risultare protettivo nei confronti della demenza, almeno se essa interviene dopo gli 80 anni, a prescindere dall’impiego di trattamenti antipertensivi. Lo ha accertato la prof.ssa Maria Corrada dell’università della California mediante uno studio su più di 500 soggetti che per primo ha riscontrato questa associazione nei più anziani, ed ha evidenziato che alcuni fattori di rischio di demenza possono cambiare nel corso della vita, dato che ciò che si osserva nei giovani non necessariamente è valido anche negli anziani e viceversa.

La fascia di popolazione oltre gli 80 anni è in espansione sia negli USA che in diverse altre parti del mondo. Diversi studi hanno dimostrato che l’ipertensione nella mezza età aumenta il rischio di demenza in età avanzata, ma a quanto pare le cose cambiano completamente se essa interviene tardivamente.

Per quanto il rischio di sviluppare demenza risulti significativamente ridotto nei soggetti in cui l’ipertensione è insorta fra gli 80 e gli 89 anni oppure oltre i 90 anni rispetto ai soggetti che non sono mai stati ipertesi, non sussistono associazioni significative per i soggetti in cui l’ipertensione si è manifestata prima degli 80 anni. (Alzheimers Dement online 2017, pubblicato il 16/1)

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