Interventi non farmacologici per gestire l’ipertensione: l’importante è iniziare precocemente

Una revisione della letteratura pubblicata su Cureus ha esaminato vari studi per evidenziare il ruolo degli interventi non farmacologici nella gestione dell’ipertensione. “L’ipertensione è una patologia che colpisce quasi la metà della popolazione adulta negli Stati Uniti. Una pressione arteriosa superiore a 180/120 mmHg con danno agli organi terminali costituisce un’emergenza ipertensiva” afferma Pratyusha Kodela, dello Shri B.M. Patil Medical College, Hospital and Research Center, Vijayapura, India, che ha guidato il gruppo di lavoro.

Il peso globale dell’ipertensione è in aumento a causa dell’età avanzata della popolazione e della crescente prevalenza dell’obesità. La gestione non farmacologica della patologia sta guadagnando importanza in tutto il mondo grazie ai suoi ulteriori benefici e all’impatto positivo sulla salute generale degli individui, e, soprattutto, per il fatto che non presenta quasi alcun effetto collaterale e riduce l’onere finanziario delle spese mediche. I ricercatori hanno raccolto revisioni sistematiche, metanalisi e studi randomizzati controllati e hanno esaminato il ruolo della gestione non farmacologica dell’ipertensione, con modifiche dello stile di vita come esercizio fisico, perdita di peso, interventi dietetici (per esempio dieta DASH e dieta a basso contenuto di sodio), limitazione del consumo di alcol, cessazione del fumo e gestione dello stress volte ad aiutare a controllare la pressione sanguigna.

Gli esperti hanno trovato che gli interventi non farmacologici sono benefici, e permettono di ottenere diversi benefici, ma che, per essere efficaci, devono essere avviati in una fase precoce della patologia. I ricercatori sottolineano comunque che, per una corretta gestione dell’ipertensione, potrebbe essere necessario includere interventi sia farmacologici che non farmacologici.

“Abbiamo infine rilevato la necessità di ulteriori studi di ricerca sulle strategie per alleviare la morbilità e la mortalità associate all’ipertensione” concludono gli autori.

Cureus. 2023 Aug 6;15(8):e43022. doi: 10.7759/cureus.43022. eCollection 2023 Aug.

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