L’infezione da Toxoplasma gondii che interessa il sistema nervoso centrale si verifica comunemente in pazienti immunodeficienti. La sua prevalenza è elevata nei Paesi con una diffusione elevata di HIV e una bassa copertura con farmaci antiretrovirali.
Il cervello rappresenta una delle sedi preferite dell’infezione da T. gondii a causa della sua scarsa reazione infiammatoria, e la toxoplasmosi cerebrale si verifica esclusivamente con la riattivazione di un’infezione latente piuttosto che con la comparsa di una malattia ex-novo.
Inoltre, recentemente, è stato riconosciuto il ruolo essenziale giocato da diversi elementi immunitari nell’immunopatogenesi della toxoplasmosi cerebrale.
Sebbene l’amplificazione isotermica in tempo reale, il sequenziamento di nuova generazione e gli aptamer assays enzyme-linked su campioni di sangue siano gli strumenti diagnostici raccomandati in alcuni studi in vivo, la combinazione di sintomi clinici, esami sierologici e neuroimaging rappresenta ancora lo standard abituale per la diagnosi presuntiva di toxoplasmosi cerebrale e per la somministrazione precoce di anti-toxoplasma.
Sono in ogni caso necessari ulteriori studi clinici per trovare una nuova terapia che abbia meno probabilità di influenzare la sintesi dei folati, che sia dotata di proprietà neuroprotettive oppure che sia in grado di curare la fase latente dell’infezione.
Lo sviluppo di un vaccino è stato ampiamente testato negli animali, ma la sua efficacia e sicurezza per l’uomo non sono ancora state dimostrate.
Pathog Glob Health. 2023 Feb doi: 10.1080/20477724.2022.2083977