Attualmente sono disponibili pochi dati sulle strategie di microeliminazione del virus dell’epatite C (HCV) in ospedale, perciò, con questo studio si è voluto condurre uno studio in modo prospettico per valutare i risultati del programma di microeliminazione dell’HCV in ospedale (HCV-HELP) in un unico centro di riferimento.
Lo studio ha incluso il test HCV reflex nei settori: A (personale ospedaliero), B (sorveglianza ambulatoriale), C (sistema di call-back per pazienti anti-HCV+) e D (sorveglianza dei pazienti oncologici prima della chemioterapia). La misurazione dell’esito primario era che > 80% dei pazienti eleggibili fosse arruolato in linkage-to-treat; la misurazione dell’esito secondario, invece, era l’efficacia della sorveglianza.
Abbiamo reclutato rispettivamente 930 soggetti nel livello A, 6.072 nel B, 2.376 nel C e 233 partecipanti al livello D. Le prevalenze di sieropositività anti-HCV erano dello 0,22% per il piano A, del 4,3% per B e 3,9% per D; 2 membri del personale sono stati identificati come HCV-viremici nel piano A e hanno raggiunto con successo una risposta virologica sostenuta (SVR). Abbiamo identificato poi 39, 95 e 2 pazienti viremici da HCV nei piani B, C e D; di questi 138 pazienti viremici da HCV, 135 hanno ricevuto una terapia antivirale ad azione diretta e 134 hanno quindi raggiunto la SVR. Sono state poi individuate due fasi di 4 mesi per confrontare l’efficacia nella clinica epatica: nella fase tardiva, il numero aggiustato di pazienti viremici da HCV era di 4,36/10.000 visite ambulatoriali, cioè 3,18 volte superiore a quello della fase iniziale.
Secondo i dati raccolti la microeliminazione dell’HCV – secondo lo studio HCV-HELP – è realizzabile a livello ospedaliero, a più piani.
Hepatology International – https://doi.org/10.1007/s12072-021-10275-7


