L’attesa del rifiuto costituisce una pervasiva fonte quotidiana di stress interno per i soggetti transgender e sessualmente non conformi (TGNC), sullo stesso piano del rifiuto vero e proprio. Questi soggetti spesso vanno incontro a stigmatizzazione, discriminazione e violenza, il che contribuisce allo stress psicologico ed ad altri effetti negativi per la salute, ma sinora poco era noto sui fattori stressanti interni affrontati dai soggetti TGNC per quanto riguarda l’attesa del rigetto o altri atteggiamenti negativi.
Il più recente studio in materia è stato condotto su 30 soggetti da Brian Rood dell’Augsburg College di Minneapolis, che ha riportato che i partecipanti hanno condiviso una preoccupazione comune sulla possibilità di divenire il bersaglio di discriminazioni e vittimizzazione in conseguenza della loro identità sessuale. L’attesa del rifiuto viene anche accompagnata da ansia e stress, disturbi dell’umore quali tristezza e depressione, rabbia, frustrazione e disappunto.
Sono dunque necessari interventi terapeutici per contrastare le specifiche risposte cognitive, emotive e comportamentali che i soggetti TGNC sperimentano in conseguenza dello stress associato all’attesa del rifiuto, il che include ansia, paura ed allontanamento situazionale.
Secondo alcuni esperti, i maggiori rischi emergono nelle fasi iniziali dell’approccio al mondo come TGNC, in quanto con il passare del tempo è possibile sviluppare resilienza e skill di gestione dello stress, specialmente in presenza di comunità di supporto. (Transgend Health. 2016; 1: 151-64)



