L’aggiunta dei test per l’emoglobina glicosilata nel novero degli esami per il benessere degli impiegati potrebbe identificare i soggetti a rischio di sviluppare diabete. Questa conclusione deriva dall’esame dei dati relativi a più di 34.000 partecipanti non diabetici ad un programma di questo tipo negli USA, secondo il quale i soggetti che presentavano livelli di HbA1c al di sopra del 5,9% ma al di sotto del 6.5% presentavano un rischio otto volte maggiore rispetto agli altri di sviluppare diabete nell’arco di 4 anni.
Secondo Laura Rosella dell’università di Toronto, autrice dello studio, identificare il rischio di diabete è molto importante in quanto è noto che il diabete di tipo 2 può essere prevenuto o ritardato mediante interventi efficaci, fra cui esercizio e modifiche della dieta.
I datori di lavoro potrebbero essere interessati a conoscere il livello di rischio dei propri impiegati, in modo da svolgere un ruolo nel facilitare o offrire direttamente strategie preventive che preverrebbero il diabete conclamato.
Ciò manterrebbe gli impiegati sani e preverrebbe successivi costi da sostenere per problemi di salute e disabilità. Il prossimo passo più ovvio consisterebbe in uno studio interventistico per verificare se lo screening dell’HbA1c in combinazione con i programmi per il benessere degli impiegati sia più conveniente per la prevenzione del diabete rispetto a questi programmi da soli. Di fatto molti impiegati diabetici non vengono diagnosticati ne’ trattati, e lo screening dell’HbA1c potrebbe aiutare a rispondere a questo importante problema. (Doabetes Care online 2018, pubblicato il 24/5 https://doi.org/10.2337/dc17-2500)