L’aggiunta della terapia comportamentale e di quella muscolare per il pavimento pelvico alla chirurgia potrebbe non migliorare gli esiti nelle donne con incontinenza urinaria mista. Lo suggerisce lo studio ESTEEM, condotto su 209 pazienti da Vivian Sung del Woman and Infants Hospital of Rhode Island di Providence.
L’incontinenza urinaria interessa più del 50% delle donne, e circa la metà di quelle che ne soffrono ne presentano la forma mista, che rappresenta una combinazione di incontinenza da stress e da urgenza.
L’incontinenza da stress fa riferimento ad una perdita involontaria di urina sotto sforzo fisico, mentre quella da urgenza indica la perdita di urina associata ad un senso di urgenza.
Si presume che l’incontinenza urinaria mista sia più grave e difficile da trattare rispetto a quella da stress o da urgenza da sole. I trattamenti di prima linea comprendono terapia comportamentale ed esercizio per i muscoli del pavimento pelvico, seguiti da farmaci per la vescica iperattiva, mentre le opzioni meno conservative comprendono la neuromodulazione o i pessari per l’incontinenza.
Per quanto la chirurgia sia considerata l’ultima opzione, negli USA circa una donna su 5 viene sottoposta ad intervento chirurgico per incontinenza urinaria entro gli 80 anni. Dato che la chirurgia potrebbe peggiorare la componente da urgenza dell’incontinenza mista, le attuali linee guida raccomandano proprio il trattamento dell’urgenza prima dell’intervento, ma non sono disponibili evidenze di qualità elevata sul modo di migliorare entrambe le componenti nelle donne con incontinenza mista.
Secondo alcuni esperti, lo studio ESTEEM è molto valido e dovrebbe essere usato per guidare la pratica clinica. I suoi risultati sono probabilmente generalizzabili alle donne con incontinenza mista senza prolasso degli organi pelvici.
I dati implicano che le donne con incontinenza mista che non migliorano con la terapia conservativa possono ragionevolmente ricorrere agli interventi chirurgici uretrali.
Nello studio dopo l’intervento l’80% delle pazienti ha riportato una riduzione dei sintomi, ed è quindi possibile affermare che la maggior parte delle pazienti possano aspettarsi una marcata riduzione dei sintomi di incontinenza sia da stress che da urgenza ed un elevato grado di soddisfazione a distanza di un anno.
E’ dunque possibile procedere con la sola chirurgia in quanto l’aggiunta dell’insieme delle terapie comportamentali non ha apportato alcun beneficio dimostrabile. (JAMA online 2019, pubblicato il 17/9 doi:10.1001/jama.2019.12467)