Secondo una revisione della letteratura pubblicata su The American Surgeon, ci sono pro e contro nell’utilizzo della chirurgia mininvasiva robotica in ambito di emergenza, e servono ulteriori studi per approfondire la situazione. “La chirurgia robotica è stata introdotta per la prima volta negli anni ’80, e da allora è diventata un importante strumento mininvasivo che svolge un ruolo importante nella chirurgia elettiva tra le varie specialità chirurgiche. Tuttavia, il ruolo della chirurgia robotica in emergenza non è ben definito né studiato” afferma Jessica Wu, della Keck USC School of Medicine, Los Angeles, California, USA, autrice principale del lavoro.
I ricercatori hanno valutato studi sull’argomento, e riferiscono che la letteratura mostra che la chirurgia robotica in ambito di emergenza è sicura per i pazienti. Alcuni studi hanno dimostrato che la chirurgia robotica è in grado di migliorare i risultati perioperatori rispetto a un approccio in aperto o laparoscopico. Inoltre, si ritiene che la piattaforma robotica sia uno strumento efficace per prevenire la conversione a procedure in aperto in contesti emergenti. Tuttavia, sebbene alcuni studi abbiano mostrato i vantaggi della chirurgia robotica in emergenza, altri hanno trovato che questa tecnica può comportare un aumento delle complicanze o che essa non offra nessun vantaggio rispetto a quella laparoscopica. Inoltre, secondo gli esperti, alcuni degli articoli pubblicati a sostegno dell’uso della chirurgia robotica in situazioni di emergenza potrebbero presentare un certo grado di parzialità a favore della piattaforma robotica. “La chirurgia robotica è un pilastro della chirurgia elettiva mininvasiva e sta guadagnando popolarità tra pazienti e chirurghi. Sono però necessari ulteriori studi su larga scala sulla popolazione per determinare il vero ruolo della piattaforma robotica nel contesto di emergenza” concludono gli autori.
Am Surg. 2024 Apr 24:31348241248802. doi: 10.1177/00031348241248802. Online ahead of print.