
Gli effetti più forti si registrerebbero nei Paesi del Sud, Italia compresa. Ad esempio, con l’attuale trend verso un aumento di 3 gradi, il nostro Paese andrebbe incontro a un incremento del 3,05% delle morti per ondate di calore, con un impatto forte da un punto di vista sanitario, spiega l’esperto.
I ricercatori hanno simulato diversi scenari di incremento delle temperature dovute all’attività umana, che includono sia gli obiettivi fissati nell’accordo di Parigi (1,5-2 gradi) che scenari più estremi di riscaldamento globale (3-4 gradi). Dallo studio è emerso che temperature più alte di 3-4 gradi comportano un aumento della mortalità netta che varia da un minimo dello 0,73% a un massimo di 8,86% a seconda delle diverse regioni del mondo.
Nel nostro Paese, l’aumento in questi scenari è tra 1,85% e 4,07%, e anche rispettando il target di 2 gradi la mortalità netta aumenterebbe dello 0,70%. Con un aumento di 2 gradi rispetto all’optimum di 1,5 gradi si avrebbe ancora un aumento della mortalità da un minimo dello 0,19% a un massimo dello 0,72%, specie nei paesi tropicali.
“Dal nostro studio – spiega – si vede che ha un senso sforzarci di adottare politiche aggressive per puntare a mantenere l’aumento sotto 1,5 gradi, specie per i Paesi tropicali (che sono quelli anche a più alta densità di popolazione). Nella attuale situazione di emissioni di gas serra e senza l’attuazione di politiche più serie di quelle oggi in vigore andremo verso un aumento di 3 gradi. Attenersi ai limiti dell’accordo di Parigi – conclude – è essenziale per evitare un aumento di mortalità importante, e il nostro paese non fa eccezione”.
