
“E’ incredibile quanto ancora non conosciamo dei batteri predominanti nel suolo: molti non hanno neppure un nome”, afferma Noah Fierer, tra i coordinatori dello studio. “Con la nostra ricerca abbiamo iniziato ad aprire questa scatola nera”, aggiunge il collega Manuel Delgado-Baquerizo. “Ora che abbiamo la lista, possiamo concentrare i nostri sforzi per catalogare questi gruppi più importanti e studiare dove si trovano e cosa fanno”.
Spesso trascurati perché invisibili, i batteri del suolo costituiscono gran parte della biomassa del pianeta e giocano un ruolo ecologico cruciale. Lo dimostra anche la ricerca condotta alle isole Svalbard (Norvegia) da un gruppo internazionale coordinato dall’Università di Milano.
Lo studio ha valutato come il processo di formazione del suolo influisce sull’evoluzione dei batteri che vivono tra le radici delle piante pioniere, fondamentali per i sistemi desertici: come laboratorio a cielo aperto, i sedimenti depositati nel tempo dal ghiacciaio Midtre Love’nbreen.
I risultati, pubblicati su ISME Journal, dimostrano che durante lo sviluppo dell’ecosistema la composizione della comunità batterica del suolo cambia, aumentando di complessità e diversità in relazione al mutare delle caratteristiche chimico-fisiche, che vanno da un substrato minerale ai primi stadi di sviluppo ad un suolo maturo e fertile agli ultimi stadi. Un’informazione preziosa per interpretare, al contrario, ciò che accade nel degrado degli ecosistemi, così da mitigarlo.

 
                                         
                                 
                                 
                                