Autismo: l’avvisaglia è la percezione superiore dei dettagli da piccoli

shutterstock_260892776Gli autistici sono spesso descritti come “persone che percepiscono il mondo in modo diverso”. Essi tendono a mostrare una percezione superiore dei dettagli. Un esempio sono le rappresentazioni molto accurate di paesaggi urbani disegnate a memoria dall’artista autistico Stephen Wiltshire. L’11 giugno, sulla rivista di Cell Press Current Biology, i ricercatori hanno mostrato che queste differenze nelle capacità percettive sono presenti in una fase molto precoce dell’infanzia, prima della comparsa dei sintomi clinici di autismo.

I ricercatori sostengono che i loro risultati potrebbero spostare il punto di vista degli scienziati suggerendo che i cambiamenti nella percezione sono una caratteristica fondamentale del disturbo. La maggior parte degli studi si sono invece focalizzati sulle difficoltà di linguaggio e di interazione sociale. “La prevalenza di problemi di interazione sociale e comunicazione in una fase più avanzata dello sviluppo suggeriscono un deficit del cervello sociale”, afferma Teodora Gliga del Babylab, parte del Centre for Brain and Cognitive Development di Birkbeck, University of London. “Si stanno accumulando evidenze di differenze precoci nelle capacità percettive e motorie non sociali e ciò richiede una rivalutazione delle teorie di sviluppo dell’autismo”.

I ricercatori hanno effettuato questa scoperta studiando bambini ad alto rischio di autismo in base alla diagnosi dello stesso disturbo ad un fratello maggiore. Circa il 20% dei fratelli più piccoli riceve la stessa diagnosi di autismo e un altro 30% mostra sintomi di elevati livelli del disturbo. Gliga e colleghi hanno tratto vantaggio anche dal fatto che i neonati orientano spontaneamente il loro sguardo su qualsiasi cosa che emerge in una scena visiva, ad esempio la lettera S in un gruppo di X. Per testare le capacità percettive dei neonati, i ricercatori hanno usato un oculometro per registrare su cosa si dirigevano gli sguardi dei soggetti mentre venivano presentate delle lettere su uno schermo. Inoltre, hanno anche valutato i fratellini più piccoli ricercando segni di autismo ai 9 e 15 mesi e ai 2 anni di età usando metodi di screening tradizionali.

Lo studio ha mostrato che i neonati con una capacità di ricerca visiva potenziata ai 9 mesi avevano più sintomi emergenti di autismo ai 15 mesi e ai 2 anni. Questo risultato suggerisce che la capacità percettiva inusuale di questi bambini “è intrinsecamente legata al fenotipo emergente di autismo. Ora sappiamo che dobbiamo prestare più attenzione alle possibili differenze nello sviluppo di sensibilità e percezione”, afferma Gliga. “È l’imprevedibilità sensoriale dell’interazione sociale, oltre a tanti altri aspetti della vita quotidiana, che gli autistici riportano più spesso come elemento di stress e speriamo che questo ed altri studi porteranno le questioni di ricerca sull’autismo più vicine alle necessità di chi ne è affetto in prima persona”. Il nuovo studio suggerisce anche che l’oculometria potrebbe essere utile come parte dei futuri test di controllo per i segni precoci di autismo. Ora i ricercatori vorrebbero indagare cos’è esattamente che rende i bambini autistici migliori nelle ricerche visive. Infine, vorrebbero studiare i legami tra percezione o attenzione aumentata e difficoltà nell’interazione sociale, nell’apprendimento e nella comunicazione.

Fonte: Current Biology

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