
Per capire il perché del fenomeno sono stati analizzati campioni dei 22 probiotici più venduti sul mercato Usa, acquistati sia in farmacia che sul web. In 12 campioni, otto dei quali teoricamente “gluten-free”, sono stati trovati livelli rilevabili di glutine, che in due casi erano superiori a quelli consentiti dall’Fda di 20 parti per milione. ”Anche se lo studio ha trovato che nella maggior parte dei supplementi i livelli sono molto bassi, il dato non è rassicurante – afferma al New York Times Peter Green, uno degli autori -, perché non sappiamo quante capsule siano assunte ogni giorno. Se il livello in una è di 19,8 parti per milione la si può chiamare “gluten-free”, ma se un paziente ne assume molte il livello può superare quello che causa danni. La cosa da chiedersi è perché questi prodotti contengono glutine?.
