
L’esperimento
Per validare il metodo, i ricercatori giapponesi hanno eseguito la registrazione del suono polmonare in 70 tra bambini e neonati con asma, prima e dopo il trattamento con corticosteroidi. I bambini con i sintomi degli attacchi, e che richiedevano la somministrazione di broncodilatatori e corticosteroidi, erano classificati come incontrollabili’ mentre quelli senza sintomi erano considerati come controllabili’. A otto settimane, il punteggio sonoro medio si è mostrato più basso in tutti i bambini, ma era significativamente maggiore tra i bambini con asma incontrollabile a quattro, sei e otto settimane dall’inizio del trattamento. A quattro settimane dall’avvio della terapia, un valore soglia pari a 0.0 aveva un 94% di sensibilità, un 77% di specificità, un 60% e un 98% di valore predittivo, rispettivamente, positivo e negativo nel prevedere sintomi di un attacco di asma entro due settimane. Lo stesso valore soglia a sei settimane dall’inizio della terapia aveva un 83% di sensibilità, un 89% di specificità e un 88% di valore predittivo positivo e 83% negativo di un attacco in due settimane. Infine, a otto settimane dall’avvio del trattamento, le percentuali per gli stessi valori erano, rispettivamente, di 84%, 82%, 79% e 86%.
“L’ic700 può essere misurato in modo non invasivo analizzando i suoni del respiro senza misurare la dimensione del corpo e il flusso d’aria e non richiede l’uso di inalatori da bocca o da naso”, scrivono gli autori. “Dunque, ic700 è una nuova e facile procedura per il monitoraggio non invasivo dell’asma nell’infanzia”.
Fonte: Respirology
Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

 
                                         
                                 
                                 
                                