
Lo studio
Il team di ricercatori ha analizzato i dati di 183 persone senza demenza, con un’età media di 85,5 anni, tra cui un sotto-campione di 144 individui cognitivamente normali, arruolati nello studio di valutazione Ginkgo dal 2000 al 2009. I ricercatori, come è stato riportato su JAMA Neurology, hanno valutato le concentrazioni cerebrali di beta-amiloide utilizzando la tomografia ad emissione di positroni (PET) e la funzione cognitiva con il Mini Mental State Examination (MMSE) e con il Trail Making test, è stata pure valutata la velocità dell’andatura oltre i 15 piedi. I partecipanti sono stati poi divisi in gruppi ad alta e bassa concentrazione di beta-amiloide ed è stato esaminata l’influenza sulla funzione cognitiva dell’allele APOE-e4, un noto fattore di rischio genetico per la demenza di Alzheimer.
Le evidenze
I risultati hanno evidenziato che i soggetti con concentrazioni maggiori di beta-amiloide avevano un’andatura più lenta rispetto a quelli con una bassa concentrazione di amiloide, sebbene i due gruppi fossero sovrapponibili quanto a demografia, rischio cardiaco, volume del cervello e dei piccoli vasi coinvolti dalla malattia, fattori che sono associati negli anziani ad un cammino più lento. “Lo studio suggerisce – ha sottolineato Daniel Franc del Centro di Salute di Santa Monica in California – una correlazione tra deposito di beta-amiloide, misurata con la PET, e la velocità dell’andatura. Tuttavia, la differenza assoluta nella velocità del cammino tra i due gruppi è relativamente esigua; inoltre il gruppo con minore deposito di beta-amiloide ha fatto registrare un maggior aumento di cadute. Queste evidenze suggeriscono che la relazione tra beta-amiloide e funzione motoria, soprattutto in termini di deambulazione, merita ulteriori ricerche”.
Fonte: JAMA Neurology
Autore: Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
