
“I Paesi del Nord Europa presentano una mortalità molto limitata rispetto all’Italia. Per esempio confrontando l’indice di resistenza della Germania con l’Italia, per i batteri Oms critici che abbiamo identificato, si osserva un valore di 60 in Italia e 22 in Germania”, spiega Evelina Tacconelli, Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Verona. I dati presentati al convegno hanno poi messo in luce diverse lacune da parte dell’Italia nell’affrontare l’antibiotico-resistenza, ed è stato disatteso lo stesso Piano Nazionale Contro l’Antibiotico-Resistenza.
“A livello globale l’Italia ha caratteristiche analoghe a Paesi senza risorse economiche – ha aggiunto Tacconelli – Il documento ‘The State of the world’s antibiotics in 2021’ prodotto dalla CDDEP – Center for Disease Dynamics, Economics & Policy evidenzia come l’Italia sia collocata nella classifica che misura un indice di resistenza agli antibiotici nell’ultima posiziona tra gli high-income country e allo stesso livello di numerosi low-income country come Bosnia, Turchia, Sud Africa, Serbia e India”.
Dal convegno è emerso infine che gli strumenti per far fronte a questa emergenza sono limitati: l’arrivo di nuovi antibiotici – ammoniscono gli infettivologi – può sopperire parzialmente all’aumento della resistenza batterica, ma è prioritario far sì che l’Italia si doti di strategie a lungo termine che possano contenere il fenomeno.
