Antibiotici: uno su cinque è prescritto oltre il necessario. Nei bambini cicli brevi più efficaci

antibiotici(Reuters Health) – Curare i bambini con cicli brevi di antibiotici è il modo migliore di trattarli. In uno studio australiano i ricercatori hanno evidenziato come nei più piccoli sia possibile passare dagli antibiotici per via endovenosa a quelli per bocca rapidamente  e interrompere il trattamento in tempi più brevi di quanto raccomandato.

“L’aumento delle resistenze agli antibiotici minaccia l’utilità di questi importanti farmaci. – ha detto Penelope Bryant del Research Institute of Children di Murdoch a Victoria – Un modo per evitare questo e utilizzarli per quanto sono strettamente necessari consiste nel ridurre il loro utilizzo; nello studio abbiamo scoperto che fino a un quarto degli antibiotici è prescritto in modo non corretto e uno su cinque è  prescritto per tempi troppo lunghi”.

Lo studio
Lo scopo della ricerca è stato quello di determinare nei bambini con infezioni batteriche la durata minima della terapia antibiotica endovenosa necessaria per ottenere risultati simili o migliori rispetto a quelli ottenuti con cicli terapeutici più lunghi e formulare delle raccomandazioni. I ricercatori hanno analizzato i database e le linee guida di oltre 170 studi, sebbene solo il 36% di questi fossero di alta qualità, ossia randomizzati controllati o revisioni sistemiche.  “Abbiamo scoperto che possiamo tranquillamente utilizzare gli antibiotici per un tempo più breve di quello che pensiamo – ha dichiarato Penelope Bryant – per esempio, le infezioni polmonari e le infezioni delle vie urinarie spesso sono curate con una settimana di terapia antibiotica, ma abbiamo dimostrato che la maggior parte dei bambini ha bisogno solo di un minimo di tre giorni, mentre per le infezioni dell’orecchio e della gola in generale non tutti hanno bisogno di assumere antibiotici”.

La durata di un ciclo per un batterio come il N. Meningitidis è di 4-5 giorni, e per lo S. aureus di 7-14 giorni. “Abbreviare le terapie antibiotiche endovenose  permette ai piccoli di lasciare precocemente l’ospedale, cosa che è molto positiva per i pazienti, per le loro famiglie e anche per l’ospedale; inoltre accorciare i tempi di somministrazione antibiotica permette di ridurre il rischio che i bambini possano sviluppare resistenze e questa, a sua volta, è una strategia per salvaguardare l’efficacia degli antibiotici in futuro”, ha sottolineato Bryant.

Lo studio ha offerto l’opportunità di stilare raccomandazioni per passare dalla terapia antibiotica endovenosa a quella orale, sulla base della tolleranza ai farmaci e alle conseguenze dovute alla capacità di assorbimento. Le linee guida sono disponibili gratuitamente sul sito della Società australiana di malattie infettive. Secondo Rebecca M. Dixon, responsabile della sezione di pediatria ospedaliera dell’ospedale di Riley presso l’Indiana University Health di Indianapolis,”avere le linee guida realizzate sulla pratica clinica promuoverà una migliore gestione degli antibiotici e permetterà di prendere decisioni più adeguate riguardo all’assistenza dei bambini ricoverati”.

Fonte: Lancet infect Dis 2016

Marilynn Larkin

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

 

 

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