
“L’obiettivo della nostra ricerca clinica e di laboratorio è di aumentare la sicurezza e gli esiti in bambini che devono per forza sottoporsi a intervento chirurgico sotto anestesia per trattare gravi problemi di salute”, ha affermato Andreas Loepke, MD, PhD, FAAP, autore principale dello studio e anestesista nel reparto di anestesia del Cincinnati Children’s. “Dobbiamo anche capire meglio in quale misura gli anestetici e altri fattori contribuiscono ad anomalie nell’apprendimento dei bambini prima di cambiare la nostra pratica attuale, che di certo è diventata molto sicura”. Loepke e il suo team avevano già pubblicato degli studi che mostravano come, dopo l’esposizione ad anestesia generale, in ratti e topi si riscontrassero la morte di un alto numero di cellule, l’eliminazione permanente di neuroni e un deficit neurocognitivo. Tali studi hanno sollevato delle preoccupazioni sul fatto che effetti simili potrebbero essere riscontrati in bambini piccoli che attraversano un periodo di neurosviluppo particolarmente delicato. Secondo i ricercatori tali effetti potrebbero interferire sul miglioramento delle reti neuronali e portare ad anomalie funzionali a lungo termine.
Per questo studio retrospettivo, gli autori hanno confrontato i punteggi di 53 soggetti sani partecipanti a uno studio sullo sviluppo del linguaggio (età dai 5 ai 18 anni senza precedenti interventi chirurgici) con quelli di 53 bambini della stessa fascia d’età che avevano subito un intervento prima dei quattro anni. Gli autori sottolineano che i punteggi medi di tutti i 106 bambini erano nella norma, a prescindere dalla storia chirurgica. Inoltre, rispetto ai piccoli sani, quelli sottoposti ad anestesia sono stati molto più scarsi nella comprensione linguistica e nel test del quoziente intellettivo. Infine,nello studio, i punteggi più bassi relativi al linguaggio e all’IQ risultavano associati a una inferiore densità di materia grigia nella corteccia occipitale e nel cervelletto.
I ricercatori, che hanno analizzato in maniera approfondita cartelle chirurgiche e cliniche, hanno dichiarato che i bambini sono stati raggruppati per età, sesso, prevalenza dell’uso di una mano sull’altra e status socioeconomico, tutti fattori relativi alla struttura cognitiva e mentale che potevano creare confusione. Inoltre, nei loro calcoli hanno considerato anche i tipi di intervento e la durata dell’esposizione agli anestetici. Tra questi figuravano agenti comuni come sevoflurano, isoflurano o alotano (usati soli o in combinazione) e ossido nitrico.
I bambini inclusi nello studio non presentavano patologie neurologiche o psicologiche, trauma cranico o altre condizioni associate. Le valutazioni neurocognitive sono state effettuate sulla base delle Oral and Written Language Scales e della Wechsler Intelligence Scale. Le strutture cerebrali sono state confrontate tramite risonanza magnetica per immagini.
