
Lo studio
I ricercatori hanno prelevato campioni di sangue per misurare i marcatori dell’infiammazione, mentre un igienista dentale, all’oscuro dell’obiettivo della ricerca, ha valutato la salute del cavo orale dei malati. Su 59 persone, 22 avevano una forte infiammazione delle gengive, mentre per gli altri 37 era molto meno evidente. L’età media del gruppo con le gengive malate era 75 anni, e di 79 anni per l’altro gruppo. Si è visto che con la parodontite c’era un aumento di 6 volte del tasso di declino cognitivo in 6 mesi. ”I pazienti con questa malattia, ogni volta che masticano sui propri denti – spiega Mark Ide, uno dei ricercatori – è come se si facessero delle mini-iniezioni di batteri nel flusso sanguigno. In soli sei mesi si assiste al loro declino, ed è veramente allarmante”.
I livelli più alti di anticorpi contro i batteri della parodontite sono associati ad un aumento delle molecole infiammatorie in altre parti del corpo, che a loro volta sono collegate ad un maggior calo cognitivo nell’Alzheimer. Al momento non si sa se è la malattia delle gengive ad innescare l’accelerazione del declino cognitivo, o il contrario, concludono i ricercatori, ma ”se questo legame sarà confermato, la cura delle gengive potrebbe essere una possibile opzione terapeutica per rallentare l’Alzheimer”.
