Alcol: screening ad hoc e consulenza del medico curante per evitare l’abuso

(Reuters Health) – Con uno screening ad hoc e una consulenza comportamentale dal medico di base si potrebbe arginare il fenomeno dell’ “uso non salutare di alcol”. E’ quanto contengono le raccomandazioni aggiornate della U. S. Preventive Services Task Force (USPSTF), coordinata da Elizabeth O’Connor, del Kaiser Permanente Northwest di Portland(USA), pubblicate da JAMA.

Dal 2013, la task force ha sostituito il termine ‘abuso di alcool’ con quello di ‘uso non salutare dell’alcool’. Secondo il National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism (NIAAA) americano, l’uso ‘rischioso’ di alcool si ha quando si superano i limiti raccomandati di quattro bicchieri al giorno o di 14 a settimana, negli uomini sani di età compresa tra 21 e 64 anni, o di tre bicchieri al giorno o sette a settimana, nelle donne sane o negli uomini con più di 65 anni.

E per valutare situazioni critiche, la USPSTF consiglia lo screening in strutture di assistenza primaria tra adulti e donne in gravidanza. Tra gli strumenti di screening disponibili ci sono l‘Alcohol Use Disorders Identification Test-Consumption (AUDIT-C) e la Single Alcohol Screening Question, raccomandata dal NIAAA. La maggior parte degli interventi esaminati dalla task force consisteva in quattro sessioni di consulenza, o meno, con un tempo di permanenza massimo di due ore.

L’abuso tra gli adolescenti
E sempre secondo la USPST, poiché  sono scarse le ricerche sulla prevenzione dell’uso scorretto dell’alcool tra gli adolescenti, non si riesce a valutare il rapporto beneficio/danno dello screening e della consulenza negli adolescenti tra 12 e 17 anni. In ogni caso, l’American Academy of Pediatrics raccomanda di sottoporre a screening tutti gli adolescenti ad ogni visita, e valutare un intervento sulla base dei risultati di questi test.

“L’abuso di alcool è la terza causa di morte prevenibile negli USA e contribuisce al decesso di più di 88mila persone l’anno”, dice Carol Mangione, della David Geffen School of Medicine dell’Università della California, di Los Angeles. “In gravidanza, l’abuso di alcool porta anche a difetti alla nascita e problemi di sviluppo”, ha sottolineato l’esperta alla Reuters Health. Inoltre, “nonostante la recente attenzione a livello nazionale sull’abitudine a bere tra i minorenni, non ci sono sufficienti ricerche in questa popolazione. E’ fondamentale rilevare e affrontare il problema il prima possibile, prima che si verifichino danni seri”.

Fonte: JAMA
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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