
La ricerca è stata condotta su moscerini della frutta, che hanno gli stessi principi molecolari dell’uomo ma con una struttura cerebrale particolarmente semplice, e la mosca dell’aceto. I moscerini, mentre nelle latitudini temperate riuscivano a seguire un ritmo circadiano ordinato, nell’Artico arrivavano ad assumere una aritmia che gli permetteva di sopravvivere ai lunghi periodi di buio e di luce. “L’orologio circadiano, con una periodicitĂ di circa 24 ore, consente agli animali di adattarsi ai cicli diurni e notturni. Tuttavia, a volte può rappresentare uno svantaggio quando gli animali cercano si adattarsi ad ambienti debolmente ritmici come le regioni polari”, spiega Menegazzi.
