
Nel renderlo noto con un comunicato il Cnr spiega che questa attività di ricerca è svolta nell’ambito del progetto interdisciplinare Pon “Sistemi di rilevamento dell’inquinamento marino da plastiche e successivo recupero-riciclo (Sirimap)”, che ha fra gli obiettivi lo sviluppo di tecniche automatiche di monitoraggio delle plastiche in ambiente marino.
“L’inquinamento dei mari dovuto alla plastica è una delle maggiori emergenze ambientali che ci troviamo ad affrontare. Quando questi inquinanti scendono fino a dimensioni microscopiche, il problema è ancora più allarmante: le microplastiche possono infatti essere ingerite della fauna marina destinata al consumo, entrando nella catena alimentare e causando effetti negativi sulla salute anche umana – spiegano Vittorio Bianco e Pasquale Memmolo del Cnr-Isasi – Dimensioni ridotte degli inquinanti e vasta eterogeneità dei campioni marini, finora, hanno impedito di effettuare uno screening automatico ed accurato mirato a conoscere l’abbondanza delle microplastiche”.
L’unione di olografia digitale e intelligenza artificiale “ci ha consentito di riconoscere decine di migliaia di oggetti appartenenti a diverse classi con accuratezza superiore al 99%”, aggiunge Pierluigi Carcagnì, ricercatore Isasi-Cnr. “Il nuovo metodo di olografia digitale – prosegue – fornisce un riconoscimento oggettivo di un numero statisticamente rilevante di campioni, fino a centinaia di migliaia di oggetti l’ora, con microscopi realizzabili in configurazioni portatili per analisi in situ della qualità delle acque”.
