Superati nel mondo i 30 mila trapianti di cellule staminali prelevate da cordone ombelicale: un risultato che conferma la validità di questa tecnica per la cura di oltre 80 patologie. La stima è di Eliane Gluckman, capo del Dipartimento Trapianto midollo osseo al’Ospedale Saint-Louis di Parigi e tra i massimi esperti di trapianto cordonale. Risultati che trovano tuttavia scarsa applicazione in Italia, dove il 95% dei cordoni è gettato come ‘rifiuto speciale’.”Il trapianto di cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale dei nascituri è ormai una realtà consolidata e ha mostrato tassi di successo sovrapponibili al più invasivo espianto di midollo osseo da donatore vivente – afferma l’immunoematologo all’Università di Tor Vergata di Roma Francesco Zinno – e i campi di applicazione aumentano di giorno in giorno: uno studio statunitense, condotto presso la Duke University, ha dimostrato come il trapianto autologo di cellule staminali cordonali abbia reso possibile la ripresa di bambini affetti da paralisi cerebrale infantile che, altrimenti, sarebbero stati destinati all’invalidità”. Oggi, sottolinea, è addirittura possibile curare bambini affetti da patologie genetiche come l’ADA-scid (il sistema immunitario è praticamente inesistente e i piccoli malati sono costretti al perenne isolamento) e la Sindrome di Wiskott-Aldrich (malattia che provoca emorragie, infezioni gravi e tumori)”. Secondo i Registri, nel 2014 erano oltre 610 mila nel mondo i campioni disponibili, sia donati che conservati per uso autologo con scopi preventivi o raccolti per la cura di un familiare malato. Ma esiste una situazione ”paradossale”, conclude Zinno: ”In Italia oltre il 95% dei cordoni viene gettato come rifiuto speciale, sprecando un preziosissimo materiale biologico dalle enormi potenzialità terapeutiche”
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