
Lo spostamento
“Lo spostamento dei poli magnetici è la manifestazione in superficie di ciò che genera il campo magnetico terrestre: correnti elettriche che scorrono nel nucleo esterno della Terra, fatto di ferro e nichel fusi, fluidi come l’acqua”, spiega Domenico Di Mauro, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Mentre il Polo Sud magnetico si sta spostando lentamente, il Polo Nord sta accelerando.
In passato
In passato aveva già migrato lungo strade piuttosto stravaganti, come osserva Lili Cafarella dell’Ingv. “L’analisi di una carota di sedimenti prelevata alle isole Svalbard ci ha dimostrato che dal 3.000 al 2.000 a.C. il Polo Nord è rimasto tra l’Asia e l’Alaska, con movimenti piuttosto limitati, mentre nel millennio successivo si è spostato rapidamente verso Sud fino ad arrivare in Europa settentrionale, dove ha stazionato per alcuni secoli. Successivamente è risalito verso Nord, fino tornare nel Mar Glaciale artico intorno al 50 d.C.”.
Niente paura
Anche alla luce di questi dati si capisce che l’attuale accelerazione “non deve destare preoccupazione, perché rientra nella normale variabilità del campo magnetico terrestre”, spiega Leonardo Sagnotti, esperto di geomagnetismo dell’Ingv. “Nel passato geologico della Terra – aggiunge – ci sono stati cambiamenti molto più bruschi e importanti di quello che stiamo vivendo: basti pensare alle più recenti escursioni geomagnetiche, la più importante delle quali risale a 41.000 anni fa, o ancora all’inversione del campo magnetico, con la più recente avvenuta circa 780.000 anni fa”.
La pubblicazione anticipata del nuovo modello “si è resa necessaria quando si è osservato che le misurazioni del campo magnetico fatte dai satelliti e dagli osservatori geomagnetici terrestri non corrispondevano più ai dati del vecchio modello elaborato nel 2015”.
