
Lo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, indica tra le possibili cause la tendenza dei bambini di oggi a leggere poco e passare molto tempo con i videogiochi. Ricerche precedenti avevano mostrato che nel corso dell’ultimo secolo il QI era in crescita, un fenomeno conosciuto come effetto Flynn, probabilmente grazie ad un insieme di fattori: miglioramenti nell’alimentazione e nella salute, educazione e altri. Ma ora sembra che la tendenza si sia invertita: i ricercatori hanno analizzato i test di 730.000 giovani uomini durante l’ingresso nel servizio militare norvegese, dal 1970 al 2009, scoprendo che i valori non solo hanno smesso di salire, ma anzi stanno calando ad ogni generazione.
I risultati sono stati confermati anche da altri studi. Ad esempio ricercatori britannici hanno recentemente trovato che i valori del QI sono diminuiti tra i 2,5 e i 4,3 punti ogni decennio a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Un’altra ricerca statunitense ha rilevato che i bambini che mangiano molto pesce diventano più intelligenti, un tipo di dieta che purtroppo è assente in molti Paesi. Bratsberg e Rogeberg suggeriscono possibili spiegazioni per il fenomeno: oltre a fattori ambientali, potrebbero essere responsabili anche cambiamenti nello stile di vita e nei sistemi educativi, insieme alla tendenza dei bambini di oggi a preferire i videgiochi ai libri.

Bisognerebbe vedere lo studio nel dettaglio…mi chiedo, non è possibile che i parametri per calcolare il Q.I. siano stabiliti appunto da una generazione che leggeva molto e aveva poca confidenza con l’informatica? Intendo dire che se giovani Scienziati rivedessero i parametri potrebbero risultare più intelligenti le nuove generazioni. Piero Vannuccini