
“Alcuni dei luoghi più interessanti per l’esplorazione dei pianeti si trovano proprio sotto i nostri piedi”, commenta Charles Cockell, direttore del Centro di astrobiologia del Regno Unito. Nella miniera di Boulby, come in alcune zone di Marte, c’è acqua salata, che potrebbe ospitare la vita sotto forma di microorganismi. “Non immaginavo che soluzioni di sale altamente concentrato potessero essere un buon punto di partenza per cercare tracce di vita. C’è molto da imparare sulla Terra a proposito degli altri pianeti”, commenta Maurer.
Nelle profondità della miniera l’astronauta è impegnato a provare strumenti di rilevazione della vita, trapani e camere per l’esplorazione robotica e umana. Uno dei suoi compiti è testare un martello robotico che in futuro potrebbe essere in dotazione sul rover che andrà su Marte, per aiutare a raccogliere campioni, il prototipo di una camera ad alta risoluzione e dei sensori per misurare il vapore acqueo nell’oscurità più profonda.
La miniera inglese non è il solo ambiente terrestre sotterraneo che potrebbe aiutare la preparazione dell’esplorazione umana del Pianeta Rosso. Altri cunicoli, infatti, aspettano a novembre un nutrito team di 50 scienziati per condurre 14 esperimenti in un ambiente che ricorda Marte: si tratta dei tunnel di lava dell’isola di Lanzarote (Canarie) che ospiteranno la spedizione Pangaea, il corso sulla geologia terrestre e planetaria organizzato dall’Esa e destinato agli astronauti e ai ricercatori che progettano le missioni spaziali.
