
Nel migliore dei casi, grazie a un tale finanziamento, secondo l’OMS potrebbero essere evitate 97 milioni di morti premature entro il 2030 e in alcuni Paesi potrebbero essere aggiunti fino a 8,4 anni in più all’aspettativa di vita. Secondo uno scenario meno ‘ambizioso’, invece, si dovrebbe passare da 104 miliardi di dollari l’anno a 274 miliardi, ovvero 41 dollari a persona, entro il 2030. Mentre la maggior parte dei Paesi può permettersi i fondi necessari, le nazioni più povere avranno bisogno di aiuti da parte di donatori. Secondo il rapporto, l’85% dei costi potrebbero essere finanziati dai governi nazionali, mentre 32 dei Paesi più poveri al mondo continuerebbero ad avere bisogno di assistenza. I Paesi ad alto reddito non sono stati inclusi, ma una ricerca precedente aveva dimostrato che tutti possono permettersi di fornire una copertura sanitaria universale e i servizi essenziali per la salute dei cittadini. In entrambi gli scenari esplorati, gli investimenti nel sistema sanitario, impiegati per assumere più operatori, istituire nuove cliniche, ospedali e laboratori e acquistare nuove apparecchiature mediche, rappresenterebbero circa il 75% del finanziamento. Oltre a questi, i costi sarebbero dovuti a farmaci, vaccini, siringhe ed altre attrezzature per prevenire o curare malattie specifiche o per fare campagne di prevenzione e di salute.
Fonte: Lancet Global Health
di Kate Kelland
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Popular Science)
