
Quelli delle Galapagos sono gli unici, tra le 40 specie di cormorano, a non poter volare. Ma sono anche gli esemplari più grandi e dei potenti nuotatori, capaci di immergersi per procurarsi il cibo. Due le ipotesi fatte dai ricercatori, tra cui Darwin: una che il non poter volere li abbia aiutati a potenziare la loro capacità di nuotare, migliorandone la sopravvivenza, e l’altra che non avevano la necessità di migrare
o scappare dai predatori. “Due teorie che non si escludono”, secondo Kruglyak. L’analisi del Dna di questa e altre tre specie di cormorani ha mostrato i cambiamenti avvenuti in quelli delle Galapagos, nell’arco di 2 milioni di anni, contribuendo alla perdita della loro capacità di volare.
Sono arrivati a un gene, chiamato Cux1, già noto per essere collegato alle ali corte dei polli, che nei cormorani ha una versione ‘diversa’. “Una mutazione mai vista in altri animali, che ha modificato la funzione delle loro proteine, cambiando la dimensione delle ali”, spiegano i ricercatori. Nei cormorani è stato trovato un numero molto alto di mutazioni genetiche del ciglio, piccole strutture simili alle ciglia che fuoriescono dalle cellule, con un ruolo fondamentale nella crescita delle ossa. Questi stessi geni negli uomini, se hanno qualcosa non va, causano delle malattie nello sviluppo delle ossa, le ciliopatie appunto. Secondo i ricercatori il gene Cux1 controlla molti aspetti delle ciglia, e può aver influito in maniera positiva nella selezione naturale dei cormorani delle Galapagos, che con ali più corte riuscivano a immergersi meglio e quindi a mangiare di più.
